16 aprile 2014

Nymphomaniac - vol. I



Ho visto oggi questo film di Lars Von Trier. L'ho seguito con molto interesse e piacere intellettuale. Mi aspettavo un film che potesse aiutare a ripensare alcuni nodi filosofici legati al tema della sessualità, e ho trovato anche più di quanto mi aspettavo. 
La storia (che come si sa è solo la prima parte; imminente l'uscita nelle sale italiane della seconda parte) di Joe, una ninfomane (Charlotte Gainsbourg), nella cornice del suo rapporto "terapeutico" con un signore anziano che la trova stesa a terra sanguinante e la soccorre, è occasione per una riflessione profonda sul tema della sessualità in generale: sull'origine dei sensi di colpa legati ad un'espressione libera della propria pulsione sessuale, sulle differenze e gli intrecci fra sessualità e amore, sul confine fra libertà e dipendenza sessuale... Un aspetto che mi ha colpito particolarmente è l'accostamento (realizzato magistralmente dal punto di vista dell'uso del linguaggio cinematografico) fra la polifonia e la poligamia (intesa qui come compresenza di più storie erotico-amorose nella vita di una persona). Il regista utilizza un brano per organo di Bach a tre voci, Ich ruf zu dir, Herr Jesu Christ BWV 639, e mostra come le tre melodie che si intrecciano formino un tutt'uno armonico, così come in una fase della vita di Joe la compresenza di tre rapporti paralleli con tre uomini molto diversi fra loro forma una sorta di unico rapporto complesso e integrato. Per rinforzare l'analogia, e direi per suggerire che vi sia una sorta di destino "naturale" nelle vicende di Joe, Von Trier ricorre addirittura a frammenti della serie di Fibonacci, che vengono rintracciati sia nel primo rapporto in cui Joe perde la sua verginità, sia nella musica di Bach.
La prima parte della vita di Joe oscilla fra sensazioni di enorme vuoto e mancanza di senso e sensazioni di pienezza e armonia, ma si chiude con un'inquietante "Non sento più nulla" proprio durante un rapporto con l'unico uomo che l'aveva fatta innamorare, e il trailer della seconda parte, che il regista offre in chiusura, allude a una deriva violenta, sadomasochistica, della vicenda.


Nessun commento: