29 dicembre 2023

Attività vacanziere

 






Ho interrotto la spiegazione di Marx, prima delle vacanze, proprio prima di iniziare la parte sul Capitale, e in questi giorni di solitudine casalinga, prima dell'arrivo di mia figlia e i previsti giorni in montagna, forse anche perché ho passato il Natale con mia cugina Benedetta Napoleoni a Roma, mi è venuta voglia di riprendere lo studio di alcuni passaggi e capitoli (e di Valore ho affrontato parti che non avevo mai letto, leggendolo quasi per intero) di libri di mio zio Claudio, seguendo un percorso per chiarire l'alternativa moderna alla teoria del valore-lavoro e arrivando alle sue riflessioni su Sraffa e sui limiti della scienza economica.
Mi piacerebbe approfondire e dare organicità a questo percorso, magari ricostruendolo in un futuro post.
Ci riuscirò?
Intanto obiettivo a breve termine è una presentazione su Marx che avevo già iniziato prima delle vacanze e vorrei completare prima della ripresa.

10 dicembre 2023

Inutile tentare definizioni unilaterali sulla NATURA UMANA





L'argomento di Giovanni Piana per sostenere l'inconsistenza filosofica dell'opposizione tra pessimismo e ottimismo è trasferibile anche alla "disputa" ideale tra Hobbes e Locke sulla "natura umana" (l'UOMO è SOCIALE per natura o è EGOISTA per natura?).

Abbiamo ragionevoli motivi, basati sull'esperienza, per sostenere SIA una tesi SIA l'altra. Quindi significa che la realtà in questo caso non è definibile unilateralmente: l'uomo è sia tendente alla socialità sia tendente all'egoismo. 

Dedurre l'una tesi, o l'altra, da princìpi, senza tenere conto dell'esperienza, è evidentemente, a questo punto, una mossa dogmatica, che risulta intrinsecamente debole.

Ma tutto ciò non vanifica allora anche le riflessioni generali che tendono a dare una definizione univoca della "natura umana"?

Ciò significa che l'uomo è intrinsecamente polivalente? Avrebbe avuto ragione Pico della Mirandola?

Forse qui si nasconde il segreto della natura umana, che sarebbe però sbagliato ridurre a una definizione unilaterale, per esempio dicendo che l'uomo è radicalmente libero (o è condannato a essere libero, come diceva Sarte), perché allora subito si può contrapporre a questo l'esperienza degli infiniti condizionamenti a cui è sottoposto l'essere umano... e si entra nel labirinto della questione libero arbitrio/determinismo-

Se, rispetto a certe proprietà concettualmente antitetiche, l'esperienza mostra la loro compresenza, diventa filosoficamente inutile accanirsi con argomenti a sostegno di opposte tesi unilaterali.