23 gennaio 2024

Achille Varzi scioglie l'apparente paradosso della serie dei numeri naturali nella Biblioteca di Babele numerica

 



Sovreccitato dall'impressione di avere scoperto un nuovo paradosso logico-matematico, ed avendolo poi riformulato in modo ancora più preciso attraverso una Biblioteca di Babele fatta solo di caratteri numerici, virgola e spazio, scrivo ad Achille Varzi per avere un parere, ricordandomi che anche lui si era occupato, in un suo saggio breve, delle implicazioni filosofiche del racconto di Borges.

Con la sua mente velocissima, Achille si è prontamente messo a pensare e mi ha risposto. 

Riporto qui il nostro carteggio, per mostrare come Varzi sia riuscito ad individuare l'inghippo, il nodo che originava l'impressione paradossale.

Ringrazio anche qui il prof. Varzi per il suo prezioso contributo, e per la gentilezza mostratami nel concedermi senza problemi di pubblicare lo scambio di mail.


Caro Giulio,


Grazie! In effetti, appena ricevuta la sua prima mail, ho cominciato a pensare. La nuova versione del paradosso, in termini di serie di numeri, sembra anche a me più efficace di quella che presentava qualche anno fa, in termini di volumi dedicati alla narrazione della storia dell’universo. (Un volume per secolo, la biblioteca contiene solo un numero finito n di volumi, ma certamente ci sarà anche un secolo n+1.ecc.) 
Vedo tuttavia un problema, che nasce dal fatto che tutti volumi sono di una lunghezza prefissata. Lei infatti scrive giustamente: 

Dobbiamo naturalmente pensare che alcuni numeri saranno così lunghi da scrivere che occuperanno più di un'intero volume, ma questo non è un problema, se ipotizziamo che un numero non lo consideriamo concluso se non è seguito da virgola e spazio, e se un volume si conclude con un carattere numerico e il successivo volume inizia con un carattere numerico dobbiamo considerare che il numero espresso sta "a cavallo" dei due volumi.

In un certo senso, sono d’accordo che la necessità di ricorrere a più volumi non è un problema. Ma lo diventa (ai fini dell’esistenza o meno di un vero paradosso) non appena consideriamo che in certi casi i volumi necessari per esprimere un determinato numero si dovranno ripetere. Mi spiego. Siano j e k due numeri la cui scrittura richiede un volume esatto a testa e sia n un numero la cui scrittura richiede che si scriva j seguito da k seguito nuovamente da j. Evidentemente, avremo bisogno di tre volumi per scrivere il numero n. Ma il terzo volume e il primo saranno identici, cioè, saranno lo stesso volume. Questo semplice esempio illustra in modo chiaro che quando parliamo di numeri espressi “a cavallo” di due o più volumi davvero dobbiamo considerare tutte le *sequenze* di volumi nella biblioteca. E quante sono le sequenze finite di volumi nella biblioteca? Se i volumi presenti in biblioteca sono in numero finito, gli *insiemi* di volumi sono in numero finito, ma le loro *sequenze* (eventualmente con ripetizioni) sono in numero infinito. E se le cose stanno così, allora non c’è paradosso...

Comunque continuo a pensarci!

Un caro saluto,
Achille


La ringrazio tantissimo per questa risposta, intanto per la velocità!
E complimenti anche per come sia riuscito velocemente a trovare un problema serio, che rende (anche se anch’io voglio capire meglio e continuerò a pensarci…!) la questione un paradosso apparente.

Si tratterebbe, in altri termini, se ho ben compreso, di considerare i volumi della Biblioteca come un numero finito di pezzi di un puzzle.

Immaginiamo di poter scrivere la sequenza infinita dei numeri naturali e poi di spezzarla in “pezzi” uguali di n caratteri (dove n è il numero totale dei caratteri di un volume standard della Biblioteca). Il fatto che ciascun “pezzo-volume” sia contenuto nella Biblioteca vuol solo dire che ce ne saranno alcuni (ma quanti? Non certo tutti, perché moltissimi volumi presentano serie disordinate, per es. “8765, 23456789, 123432142345678, …..”) che vengono ripetuti x volte (infinite volte?).

Non so se ha visto che in nell’ultima versione ho poi aggiunto un ultimo pezzo: “Paradosso nel paradosso”:

Ulteriore paradosso nel paradosso: i volumi della serie ordinata dei numeri naturali, in un certo senso, sembrerebbero dover essere di meno dei volumi totali della Biblioteca, perché i volumi totali contengono anche tutti quelli composti da cifre in totale disordine, quindi molti di più di quei pochi (ma infiniti!) volumi ordinati della serie.

C’è infatti anche questa complicazione in più: che i volumi “ordinati” e “ordinabili”, in teoria, sembrerebbero dover essere di meno di quelli disordinati…

Un vero pasticcio… ma penso che la cosa si possa rendere più pensabile se si restringono via via i “pezzi” del puzzle a formati molto più brevi. Proverò a pensarci in questo modo, e se viene fuori qualcosa di interessante le faccio sapere.

Un saluto, con grande stima e riconoscenza
Giulio


Caro Giulio,

Grazie per la gentile risposta. In effetti ci sono due questioni da considerare. 

– La prima è quella a cui facevo riferimento io, che in sostanza si risolve nel fatto che nella Biblioteca bisogna stare attenti a non confondere tra volumi e libri. I primi sono in numero enorme ma finito, dato che sono semplici combinazioni di lunghezza prefissata (finita) di un insieme finito di simboli. I secondi, invece, nella misura in cui un libro può richiedere più di un volume, sono in numero infinito, dato che non c’è limite alle sequenze finite di volumi (con possibili ripetizioni) che si possono considerare. Questa distinzione tra volumi e libri vale in generale nella Biblioteca di Babele, ed è per questo che forse si può davvero dire che la Biblioteca contiene tutti i libri possibili nonostante contenga soltanto un (enorme) numero finito di volumi. 

– La seconda questione riguarda la distinzione tra serie ordinate e disordinate su cui giustamente lei richiama l’attenzione. Nell’esempio che facevo io, avevamo una sequenza di tre libri dove il terzo era identico al primo: j_1 . . .  j_n k_1 . . . k_n j_1 . . . j_n (dove n è il numero totale dei caratteri di un volume). Ora, questo è semplicemente un libro in tre volumi che contiene un certo numero. Non è detto che figuri nella sequenza infinita dei volumi che contengono la serie dei numeri naturali nel giusto ordine. (È molto improbabile che lo sia, cioè è improbabile che il numero precedente termini proprio alla fine dell’ultima pagina dell'ultimo volume del libro precedente.) Tuttavia resta il fatto che libri del genere devonoper forza di cose figurare in quella sequenza infinita.
Per esempio: supponiamo per estrema semplicità che ogni volume consista di un’unica pagina di un’unica riga di due caratteri. Allora la serie che cerchiamo sarà composta dai seguenti volumi:

0,
1,
2,
3,
4,
5,
6,
7,
8,
9,
10
,1
1,
12
,1
3,
14
,1
5,
16
,1
7,
18
,1
9,
20
.
.
.

Come vede, i volumi ripetuti sono tanti!

Mi dispiace che la mia risposta non abbia confermato la scoperta del paradosso, ma spero davvero che le possa essere utile (e se vuole citare questo scambio, lo faccia pure senza problemi).
Un cordiale saluto,
Achille

21 gennaio 2024

Paradosso della serie dei numeri naturali nella Biblioteca di Babele numerica

 


Attenzione!!! Questo paradosso è stato RISOLTO da Achille Varzi! 



Questo paradosso è la riformulazione di un altro paradosso, che ho proposto in un post precedente.

Prendiamo una pagina standard di un libro, formata da 32 righe, ciascuna comprendente 64 caratteri.

Prendiamo come caratteri ammessi nella nostra Biblioteca di Babele numerica solo i seguenti:

i dieci numeri dallo 0 al 9

la virgola

lo spazio vuoto.

Immaginiamo che con pagine composte dalla combinazione di questi 12 caratteri vengano formati volumetti di 30 pagine ciascuno.

Di quanti volumi è composta la Biblioteca?

12 elevato alla potenza di 32x64 dà il numero di combinazioni possibili per singola pagina. Questo numero va poi elevato alla potenza di 30. Non sto a fare i calcoli, ma è comunque evidente che si tratta di un numero finito di volumi.

Ora immaginiamo che un ipotetico lettore di questa sterminata biblioteca voglia avventurarsi nell'impresa di individuare i volumi che contengono la serie dei numeri naturali nel giusto ordine, e voglia ordinarli mettendoli in fila, uno dopo l'altro, in un nuovo spazio che gli sia stato reso disponibile. 

Quindi: la Biblioteca di Babele numerica si presenta originariamente come una serie caotica ma finita di volumetti, anche se così grande che ci si può perdere dentro (non avventuriamoci a immaginarne la struttura architettonica!).

Ma immaginiamo invece che questo ipotetico lettore che vuole prendere solo i volumetti che contengono in modo ordinato la serie dei numeri naturali e rimetterli in fila in un nuovo spazio sia un robot potentissimo, indistruttibile e dotato di una ricarica energetica rinnovabile all'infinito.

Il robot inizia il suo lavoro ma... 

a un certo punto si rende conto che mancano dei volumi per andare avanti?

oppure

riesce ad andare avanti in un lavoro infinito di riordinamento, ma deve farsi ristampare dei volumi, che gli servono per comporre la serie infinita dei numeri naturali?

oppure

???

Paradosso: la serie dei numeri naturali è infinita, mentre i volumi della Biblioteca sono finiti, ma ogni volume della serie infinita di volumi che compongono in modo ordinato la serie dei numeri naturali è composto solo dei 12 caratteri e delle 30 pagine dei volumi della Biblioteca.

Dobbiamo naturalmente pensare che alcuni numeri saranno così lunghi da scrivere che occuperanno più di un'intero volume, ma questo non è un problema, se ipotizziamo che un numero non lo consideriamo concluso se non è seguito da virgola e spazio, e se un volume si conclude con un carattere numerico e il successivo volume inizia con un carattere numerico dobbiamo considerare che il numero espresso stia "a cavallo" dei due volumi.

Ulteriore paradosso nel paradosso: i volumi della serie ordinata dei numeri naturali, in un certo senso, sembrerebbero dover essere di meno dei volumi totali della Biblioteca, perché i volumi totali contengono anche tutti quelli composti da cifre in totale disordine, quindi molti di più di quei pochi (ma infiniti!) volumi ordinati della serie.


Attenzione!!! Questo paradosso è stato RISOLTO da Achille Varzi! 

Il Paradosso della Quantità del Dicibile e il Paradosso della serie dei numeri naturali nella Biblioteca di Babele

 


PARADOSSO DELLA QUANTITÀ DEL DICIBILE

Vorrei qui provare a riformulare, in modo più rigoroso, più semplice e più paradossale, quello che altrove, in questo stesso blog, ho chiamato "Il paradosso della Biblioteca di Babele", con annessi post (in fondo trovate tutti i link ai post collegati, più qualche novità recente che ho trovato in rete... qualcuno, pensate, ha realizzato una Biblioteca di Babele virtuale, consultabile!!!).

Borges è certamente la fonte ispiratrice, ma vorrei qui cercare di mantenere, del suo racconto, solo l'idea di fondo: l'idea del numero finito, per quanto altissimo, di combinazioni possibili delle lettere dell'alfabeto, più lo spazio e segni di interpunzione, entro un formato definito di modello di pagina e entro un numero finito di pagine per volume.

La prima questione, per dare una formulazione rigorosa al paradosso, è la lunghezza dei testi di senso compiuto. È infatti evidente che vi possono essere testi più corti, rispetto ai volumi della biblioteca immaginata da Borges, e testi più lunghi. Questo di per sé non costituisce un problema, rispetto al mantenimento della sua idea di fondo: testi più corti si possono ipotizzare con pagine bianche finali, derivanti dall'iterazione dello spazio, mentre testi più lunghi si possono ipotizzare con la distribuzione su più tomi (sempre però contenuti nella Biblioteca!). Ma la questione importante è la seguente:

possiamo ipotizzare un testo di senso compiuto che abbia una lunghezza infinita?

Il fatto stesso che abbia un senso compiuto ci spingerebbe a pensare che non sia concepibile. Ma siamo proprio sicuri? Non potrebbe esserci un testo (ovviamente composto da una molteplicità di tomi) che racconti una storia infinita e quindi sia a sua volta infinito, cioè composto da infiniti volumi?

Diciamolo chiaramente: il concetto di senso viene qui a cozzare col concetto di lunghezza infinita. Ma dobbiamo anche ammettere che il nodo è collegato col concetto di storia. Una storia, almeno le storie concepite da noi umani, deve avere un inizio e deve avere una fine. Se no che storia è? Una storia, se è narrata da umani, per avere senso dev'essere finita. Ma una storia che descriva la storia dell'universo, non potrebbe essere infinita? Diciamo di sì, e diciamo che possiamo concepirla più facilmente come un elenco, un elenco di "anni", o "millenni", ciascuno con la sua descrizione, in un'evoluzione infinita e ogni volta differente dalla precedente.

Un elenco infinito non è logicamente inconcepibile. Anche perché somiglia molto alla serie infinita dei numeri naturali: un classico infinito potenziale. Immaginiamo quindi, per comodità, che un volume di X pagine corrisponda alla descrizione di un secolo di "storia naturale dell'universo".  Ma se questo è ipotizzabile (ma solo nel caso in cui l'universo non sia spazialmente infinito, perché altrimenti NON potrebbe esserci un numero finito di pagine sufficiente a descrivere lo stato dell'universo nel suo complesso, neanche per un solo istante, figuriamoci per un millennio!),  ecco che siamo già dentro il paradosso, perché da un lato i volumi dovrebbero essere infiniti, ma ciascuno di essi sarebbe composto da un numero finito di pagine, quindi sarebbe un volume dentro la Biblioteca!

Allora, ricapitolando e cercando di ridurre all'osso la questione. Da un lato posso concepire una serie infinita di volumi, collegati uno all'altro dal fatto che descrivono una serie temporale infinita di eventi, che descrivano una storia infinitamente variante, che non si ripete mai. Dall'altro lato, sono costretto ad ammettere che ciascun volume abbia un numero finito di pagine e sia composto da un numero finito di caratteri, e che quindi (Borges insegna!) non possa essere una serie infinita (a meno che non inizi ad un certo punto a ripetersi!).

Il paradosso della quantità del dicibile consiste dunque in questo: da un lato ci sembra logicamente ammissibile che il dicibile (da lato di ciò che viene espresso, il contenuto rappresentato da una serie di proposizioni dichiarative) sia una quantità infinita. Dall'altro ci sembra anche logico che essendo il nostro linguaggio composto da un numero finito di fonemi/caratteri, le combinazioni possibili di questi caratteri, entro un formato compiuto che corrisponda a unità di senso (una proposizione, un insieme di proposizioni che possa costituire un discorso, più discorsi unti insieme a costituire un libro, un testo composto da più libri) siano corrispondenti a un numero finito.

In estrema sintesi: abbiamo buone ragioni di pensare che il dicibile sia infinito come contenuto ma sia finito come forma.


PARADOSSO DELLA SERIE DEI NUMERI NATURALI NELLA BIBLIOTECA DI BABELE

Si consideri la serie dei numeri naturali, ma espressi in lettere:

uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto, nove, dieci, undici....

Si tratta di un testo potenzialmente infinito, con un inizio preciso e un ordine preciso. Questo testo lo possiamo perfettamente immaginare come composto da una serie infinita di volumi, in una sequenza progressiva ma rigorosamente ordinabile. Ora, la cosa veramente paradossale è che questa serie infinita di volumi NON potrebbe essere contenuta nella Biblioteca di Babele (che come tutti sanno è composta da un numero  finito di volumi, per quanto incredibilmente grande) ma ciascun volume, contenendo un numero finito di pagine ed essendo composto solo da lettere, virgola e spazi, DOVREBBE rientrare nelle Biblioteca di Babele!!!




Post precedenti sull'argomento:


Il paradosso della Biblioteca di Babele

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