29 luglio 2013

Ripensare al compito della metafisica. Kant e l'infinito

Cantor e Russell hanno rilevato che nelle antinomie Kant fa confusione con l'idea di infinito. Gli mancavano gli strumenti concettuali (l'infinito attuale)...
Ciò si ripercuote sulla sua concezione di spazio e tempo, ma investe anche le conclusioni di Kant rispetto agli oggetti tradizionali della metafisica.

C'è quindi un lavoro da fare, se si vuole proseguire un dialogo con Kant e con le conseguenze del suo modo di impostare la questione della metafisica tradizionale, in particolare rispetto all'idea di mondo: provare a ripensare le questioni da lui poste ma aggiornando il concetto di infinito alle acquisizioni più recenti.

21 luglio 2013

Lo strano realismo di Ferraris

Può dirsi realista un filosofo per il quale spazio e tempo sono "coordinate epistemologiche e non ontologiche"?


Nel numero 50 (nuova serie) di «Rivista di estetica», A partire da Documentalità, in un breve intervento dal titolo "Spazio e tempo nell'ontologia di Ferraris", ho avanzato una critica al modo in cui Ferraris concepisce spazio e tempo nel contesto del suo "catalogo del mondo".
Ferraris, in Documentalità, afferma che mentre gli oggetti naturali e gli oggetti sociali stanno nello spazio e nel tempo, gli oggetti ideali stanno fuori dello spazio e del tempo. Poi precisa che gli oggetti naturali e sociali sono spaziotemporali, mentre gli oggetti ideali non lo sono. Per chiarire ancora meglio il suo pensiero, dice anche che il suo modo di concepire lo spazio e il tempo è assimilabile a quello di Leibniz, che riteneva spazio e tempo rispettivamente l'ordine di coesistenza dei corpi e l'ordine di successione degli eventi.
Nel mio intervento, interpretavo questa posizione dicendo che per Ferraris spazio e tempo sono relazioni, e rintracciavo poi la sua definizione delle relazioni, che definisce come "rapporti ideali che sussistono tra oggetti [...] "  quindi come "oggetti ideali spuri, perché dipendono da stati di cose".
Rilevavo però anche una contraddizione: per Ferraris gli oggetti naturali e sociali sono spaziotemporali, ma spazio e tempo, essendo oggetti ideali, sono fuori dello spazio e del tempo, ovvero sono oggetti non-spaziotemporali.
In altri termini ci troveremmo in questa situazione: esistono oggetti naturali e sociali che sono spaziotemporali ma non sono collocati nello spaziotempo!
Ferraris sembra insomma dire che le cose che ci circondano, alberi prati nuvole case tavoli sedie, sono spaziotemporali, ma lo spaziotempo non può contenerli perché ha una natura ontologica affatto diversa.
Questa contraddizione è legata al fatto che in realtà Ferraris usa due volte e con significati diversi la nozione di spazio-tempo. Una volta la usa per distinguere regioni ontologiche diverse: da una parte gli oggetti naturali e sociali, dall'altra gli oggetti ideali (e in questo primo significato si attiene implicitamente a una nozione comune, direi newtoniana, di spazio e tempo, cioè il grande contenitore degli oggetti concreti). Una seconda volta, fornendo precisazioni, adotta una nozione leibniziana di spazio-tempo ma ciò lo porta a collocare questa nozione all'esterno della regione spaziotemporale (secondo la prima accezione).

Nell'intervento finale, che chiude la rivista sopra citata, dal titolo "Risposte ai miei critici", Ferraris mi risponde così:
«[Giulio Napoleoni] riconosce che per me Spazio e Tempo non sono sostanze (come in Kant) ma relazioni (come in Leibniz), ossia sono coordinate epistemologiche e non ontologiche. Tuttavia, notando che nella mia classificazione le relazioni sono oggetti ideali, trova sorprendente che Spazio e Tempo siano oggetti ideali, dunque non siano spaziotemporali. Capisco il punto, ma mi sembra che sia un po' come stupirsi del fatto che 2 sia un numero e non due numeri: la mia idea del tempo non è temporale, la mia idea dello spazio non è spaziale, e la mia idea del formaggio non si mangia.»

Ebbene, mi pare che la risposta di Ferraris sia alquanto frettolosa, e che nell'intento di liquidare velocemente la questione abbia frainteso completamente i miei argomenti. È ovvio che l'idea di tempo non è temporale, perché è un'idea, un concetto, così come l'idea di spazio non è spaziale, l'idea di pietra non è dura e il numero 24 è un numero e non sono ventiquattro numeri. Ma qui non si stava parlando dell'idea di tempo, ma del tempo. Non si stava parlando dell'idea di spazio ma dello spazio. Potrei ribattere a Ferraris, usando il suo stile, dicendo che è un po' come se lui avesse detto, in Documentalità, che il tempo non è temporale e che lo spazio non è spaziale, cioè è come se avesse detto che il tempo non è tempo e lo spazio non è spazio.
Ma non voglio essere a mia volta liquidatorio e mi pare di aver chiarito, sopra, in modo abbastanza dettagliato la mia argomentazione.
La domanda che mi viene da porre a Ferraris, leggendo la sua risposta, è la seguente: quindi per lei il tempo e lo spazio sono solo idee? Non c'è un tempo reale a cui corrisponde l'idea di tempo? Non c'è uno spazio reale a cui corrisponde l'idea di spazio? Mi sembra una posizione difficile da sostenere, per un filosofo che si è fatto paladino del nuovo realismo.