14 settembre 2010

Varzi e Berti: metafisica analitica e metafisica classica


Due lezioni tenute alla Cattolica nel 2007 nelle quali i due filosofi mostrano soprattutto le convergenze fra la tradizione aristotelica e la ricerca attuale in ambito analitico. Interessante in particolare la conclusione della lezione di Varzi nella quale viene presentato l'asse realismo/convenzionalismo, intorno al quale è organizzato anche il discorso del suo volume recente Il mondo messo a fuoco.

7 settembre 2010

Fiori da "Rosso Floyd" di Michele Mari




"Pur trattando prevalentemente di personaggi storici e di fatti reali questo romanzo è da intendersi come opera di fantasia in ogni sua parte. La confabulazione delle voci, appartenenti di volta in volta a individui realmente vissuti o viventi, a personaggi inventati, a esseri fantastici, obbedisce a una retorica strutturale e linguistica, e non vuole in alcun modo avere un valore documentario. Anche se non venisse inficiata da una discreta quantità di di 'falsi', infatti, la precisione onomastica, cronologica e topografica dei riferimenti è strettamente funzionale alla finzione, proprio come si dà nei sogni.

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Tutto ciò che è fonte di angoscia è oggetto di repressione: uscito dal suo muro privato, forte della sua falsa identità, Pink manda i deboli e i diversi ad essere fucilati contro il muro, ma quando l'angoscia sarà di nuovo libera la prima cosa ad esserne investita sarà proprio quel muro, che crollerà: ma si tratterà di una liberazione, o della definitiva condanna di chi, come Pink, rimane schiacciato?
L'arte, dunque, non salva: ma tutto questo può essere detto solo in forma artistica.
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... Syd era un cantastorie con il gusto dell'assurdo, e la sua psichedelia era la stessa di Lewis Carroll... Le prime canzoni dei Pink Floyd sono nate così: lui canticchiava ossessivamente frasi senza senso, per giorni interi alle volte, finché Roger o Rick, rintronati da quell'ecolalia demenziale, dovevano ricavarne una canzone... Delirii verbali così gliene ho sentiti uscire di bocca a migliaia dieci anni prima che si inventasse i Pink Floyd, e se devo credere a sua sorella non ha mai smesso di produrne... desemantizzare il mondo per dare un senso al mondo, è così che la vedo...
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...la musica ha a che fare con se stessa, le parole con il mondo...
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Il 20 ottobre di quest'anno si è spento a Tallahassee (Florida) Paul Dirac, il poeta dell'antimateria. Come definire altrimenti un genio che con una fantasia pari solo al suo rigore teorico ha immaginato l'esistenza di mondi alternativi rivoluzionando per sempre la nostra percezione dell'Essere? Anticipando di due anni la scoperta di Carl Anderson, Dirac dimostrò infatti l'esistenza del positrone, un anti-elettrone con carica positiva ed energia negativa: da qui l'ipotesi di un mondo separato dal nostro (il cosiddetto 'mare di Dirac') interamente formato da anti-particelle. Una simile intuizione ci sembra appartenere al sogno e alla poesia più che alle scienze esatte: lo conferma l'insistenza di Dirac sul concetto eterodosso di 'bellezza matematica', e la sua convinzione che una teoria caratterizzata dalla bellezza formale e dall'eleganza abbia più probabilità di essere giusta.
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...è facile vedere le cose dalla fine, ti sembra che il destino sia evidente sin dall'inizio, scolpito a lettere di fuoco nella pietra, così i prescelti hanno sùbito una luce speciale, e chi si ferma per strada ti sembra un poveretto, un suicida: come, sei sulla barca della gloria e scendi? ... Si crea un film altamente drammatico, un film dove tutto è fatale, un incontro, una parola detta per caso... Così chi arriva alla gloria ci arriva perché doveva, perché era speciale, e noi giù ad adorare... Il pensiero che qualcosa poteva andare diversamente non ci sfiora, se ci sfiora lo respingiamo indignati...
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Per abito mentale gli storici non credono al caso, lo sanno tutti..."

Michele Mari, Rosso Floyd, Einaudi 2010

Che cos'è il nichilismo?

Riporto qui, per orientare la risposta alla domanda posta nel titolo, alcune tesi di base del testo Logica del nichilismo di Franca D'Agostini (Laterza 2000).

L'autrice ritiene che il termine "nichilismo" abbia due significati principali, collegati fra loro. Il primo è l'idea dell'esigenza di un trascendimento della dimensione in cui ci si trova (linguaggio, pensiero, mondo, storia, ragione...) ma accompagnata dall'impossibilità di compierlo realmente; la difficoltà di stare dentro a una certa dimensione ma insieme il non riuscire ad uscirne (da Kant in poi). Il secondo è il pluralismo, il primato della differenza, l'idea che non vi siano ordini generali né gerarchie di valore e di senso perché non si può (più) fare riferimento alla totalità, all'insieme, al tutto (Nietzsche: "il tutto non è più tutto") e hanno primato la singolarità, la parte, il particolare.

Quindi "nichilismo" = 1. la verità non esiste + 2. esistono molte possibili verità

6 settembre 2010

Gianni Vattimo e Franca D'Agostini discutono sulla verità




In questo divertente, intrigante, appassionante video in tre puntate Gianni Vattimo e Franca D'Agostini discutono intorno al concetto di verità.

Vattimo sostiene la necessità di dire addio alla verità come pura conformità della proposizione alla cosa, e sostiene che la verità è sempre anche frutto di un accordo all'interno di una comunità di riferimento. D'Agostini sostiene invece che non si possa fare a meno della concezione realistica della verità: la verità è "come le cose stanno".

La discussione a tratti è anche molto accesa (tenere sotto controllo le emozioni è difficile anche per autentici filosofi e anche se si tratta di questioni abbastanza astratte...!!!), e il punto cruciale della disputa che viene a un certo punto messo a fuoco (ma il nodo non viene sciolto e i due rimangono in disaccordo) riguarda la base argomentativa delle proposizioni valoriali/normative, in altri termini: esistono verità normative basate su fatti? Ci sono o no verità sui valori? Come si argomentano i valori? Con i fatti? Con le interpretazioni e il dialogo?

Vattimo rifiuta che possa essere la natura a costituire la base fattuale per discorsi valoriali, ma solo la cultura; D'Agostini sostiene che ad esempio la proposizione "non uccidere" si basa sul fatto che esiste un impulso naturale alla sopravvivenza.

Invito i lettori del blog a guardare il video (assolutamente da non perdere!!!) e a lasciare commenti prendendo posizione in merito: si tratta a mio parere (il fondamento dei valori) di uno dei nodi più difficili per la filosofia ma anche di una questione mai così attuale come nel mondo contemporaneo.

5 settembre 2010

Franca D'Agostini intervistata


Un buon modo per avere un'idea rapida della filosofia di Franca D'Agostini è vedersi questa intervista in cinque domande, fatta in occasione della sua partecipazione alle "vacances de l'esprit" insieme a Gianni Vattimo.


Allieva di Gianni Vattimo e formatasi nello studio della filosofia francese contemporanea, è approdata poi verso un orientamento filosofico di tipo analitico utilizzando anche la logica ma sempre mantenendosi ben ancorata alla grande tradizione classica della filosofia.
E' a mio avviso una pensatrice molto raffinata, estremamente attenta e aperta a cogliere ciò che di valido accade nel panorama filosofico attuale.
Il valore del suo lavoro consiste essenzialmente nella sua volontà di rilanciare la filosofia come chiarificazione ed elaborazione dei concetti fondamentali (verità, realtà, essere, bene, giustizia...), quindi la filosofia nel suo valore fondativo e orientativo.

Franca D'Agostini insegna Filosofia della scienza al Politecnico di Torino e Analisi del discorso politico all'Università del Piemonte orientale, collabora alla "Stampa" e al "manifesto".
Opere principali:
Analitici e continentali, Cortina 1997
Breve storia della filosofia nel Novecento, Einaudi 1999
Logica del nichilismo, Laterza 2000
Disavventure della verità, Einaudi 2002
Le ali del pensiero. Corso di logica elementare, Paravia 2003
Nel chiuso di una stanza con la testa in vacanza. Dieci lezioni sulla filosofia contemporanea, Carocci 2005
The Last Fumes. Nihilism and the Nature of Philosophical Concepts, Davies Group Publications 2008
Paradossi, Carocci 2009
Verità avvelenata. Buoni e cattivi argomenti nel dibattito pubblico, Bollati Boringhieri 2010
I mondi comunque possibili. Logica per la filosofia e per il senso comune, Bollati Boringhieri 2012
Menzogna, Bollati Boringhieri 2012
Realismo? Una questione non controversa, Bollati Boringhieri, Torino 2013

Cfr. in questo blog:
Qualcosa esiste, ma come?
Capire Hegel
Tornare al sistema
Paradossi e creatività filosofica
Fuga dall'ontologia?
Perché non possiamo pensare alla vita come se fosse una partita a scacchi
Che cos'è il nichilismo?
Un "nuovo inizio" della verità, per la rinascita della filosofia (una quasi-recensione al libro Introduzione alla verità) 
C'è un solo mondo? (lettera aperta a Franca D'Agostini) 
La questione non è quanti mondi, ma piuttosto "Che cosa c'è?" (la risposta di F. D'A. alla precedente lettera aperta)
"C'è davvero una realtà in sé?" = "C'è Dio?"
Era ora, Franca!
 La verità è strumento del potere o il potere teme sempre la verità? (dibattito Vattimo/D'Agostini sulla verità)
Il diabattito Vattimo/D'Agostini prosegue su La Stampa 
L'ultimo libro di Franca D'Agostini (I mondi comunque possibili)
Sul realismo. Intervento di Franca D'Agostini in una discussione fra Stefano Vaselli e Giulio Napoleoni
D'Agostini intervista Priest
La vera "questione controversa": la metafisica. Riflessioni su "Realismo? Una questione non controversa"

Ho assegnato alle mie due classi del quarto anno (una di liceo scientifico una di liceo classico) come lettura estiva Verità avvelenata, e ho intenzione di lavorare con loro su questo testo anche nel corso dell'anno scolastico che sta per iniziare. Ritengo che la competenza argomentativa, compresa la capacità di riconoscere le fallacie, specialmente quelle presenti nel dibattito pubblico, sia uno degli obiettivi essenziali di un buon corso di filosofia.

Fiori da "La stiva e l'abisso" di Michele Mari


"- Sì, sì, lo so, ma vi degnerete di descrivere? di narrare partitamente? Il mio spirito è assetato di fatti, non capite? di dettagli, di frammenti colorati e corposi del mondo di fuori. Sono stanco di pensare, di ricordare, immaginare, sognare: io voglio vedere, e per questo devo rimettermi ai vostri occhi. Dunque?
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Parole, parole, vuotissime parole che non significano nulla. Potessi averne di piene, che corrispondano ai fatti e ne serbino gli spigoli acuti, la pesantezza, la grana. Parole come ciottoli scabri che malta non leghi, sottratte all'ambiguità della frase e del tono, sode, polpute, non irretite dal petulante codazzo di congiunzioni ed avverbi! Ogni tanto penso come sarebbe bello se da quella porta entrasse il Segretario Fiorentino, o messer Dante, o Tacito, o il divino Omero, ah! Di loro mi fiderei, sì, mi lascerei portare dove vogliono loro, senza fare domande.
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Sognare è... Sognare è vivere un'altra vita, altre vite
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- E' a questo punto che noi... sì, noi... facciamo cose.
- Eh?
- Ci... ci amiamo, cioè no, sì, amoreggiamo.
- Mi aspettavo che dicessi una cosa del genere. Adesso dimmi delle storie.
- Ma sono queste, le storie.
...
'Se socchiudi la finestra vedi prima una striscia di luce, poi un pezzettino di paesaggio sempre un poco più grande, e anche se non finisci d'aprirla puoi immaginare come il paesaggio continua, il fiume continua a scorrere a valle, il cielo resta più o meno grigino, gli alberi ancora agitati dal vento: ma se tu ci sei, nel paesaggio? Se tu sei quel paesaggio? Cosa saprai allora? Cosa vedrai?Un altro dovrà farsi alla finestra per te, e vedere, e dirti'.
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Scrivere è bello se lo fai nel tramonto, quando rientri nel tuo appartamento dopo una giornata operosa e assecondi l'impulso di ascoltarti in profondo, e allora ti cali dentro di te come in una miniera, e ne ritrai i minerali da scolpire e da far rilucere al giorno come imprevedibili prismi, quello, quello è il momento...
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Come potrà dunque scrivere chi, come me, nel suo appartamente giace ininterrottamente da mesi? Chi dentro di sé passa la totalità del suo tempo, al punto da non saper più com'è il fuori, cos'è il fuori? Costui crederà di scrivere una storia, ma sarà solo il suo informe delirio.
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- Io sono il passaggio ed il tempo, io sono fucina di forme, io sono la bocca e il boccone, la gola ed il ventre, io sono le storie che sono.
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- Ti compiango: e sì che ormai dovresti averlo capito, che non è il valore delle cose a contare, ma il cambio, l'andare di là e tornare di qua, però con la testa ancora di là..."

Michele Mari, La stiva e l'abisso, Bompiani 1992, Einaudi 2002

4 settembre 2010

Fiori da "Verderame" di Michele Mari




"Tutte le combinazioni erano possibili, bastava sbizzarrirsi con la mente e qualsiasi risultato aveva una sua fantastica plausibilità: tanto più fantastica, tanto più plausibile.
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Hercule Poirot avrebbe osservato che quando due cose si contraddicono in modo inspiegabile vuol dire che in realtà si spiegano a vicenda...
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...quegli altri per eccellenza che sono i mostri...
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Io non ero uno scienziato che indaga per amore della verità: ero un esteta in erba che indagava per amore del brivido e dell'effetto...
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Eravamo nel 1969, e allora non potevo sapere cosa fosse il revisionismo, non potevo ancora disprezzare convenientemente chi sostiene che fascismo e resistenza più o meno si equivalevano...
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E poi dicono che la storia non si fa con i ma e con i se... Oggi che so quanto male abbia fatto l'hegelismo all'umanità so che le storie più belle sono tutte fatte di ma e di se, soprattutto di se..."

Michele Mari, Verderame, Einaudi, Torino 2007