22 giugno 2009

uno sguardo intenso...

... sembra anche severo, ma certamente si tratta di un'attribuzione indebita: una lettura umana di una forma di vita non umana.


"Sono emozionato" (etica della comunicazione)


Sentiamo sempre più spesso la frase "Sono emozionato" senza che venga detto di quale emozione si tratta. La parola "emozione" è molto utilizzata in senso generico ma copre una pigrizia nel discernere e dare un nome a ciò che si sta provando. Si tratta di paura? preoccupazione? rabbia? imbarazzo? commozione? gioia? Sforzarsi di nominare, spiegare con precisione, magari con una o più frasi invece che con una sola parola, renderebbe la nostra comunicazione molto più razionale ed efficace. Il problema è che dietro a questa precisione linguistica dovrebbe esserci una capacità di lettura, di comprensione delle proprie emozioni, che spesso manca. Già renderesene conto, però, serebbe un primo passo. Una domanda sottile, sottovoce, dovrebbe sempre accompagnarci: "Cosa sto provando in questo momento?" "Cosa (quale emozione) sento?".