30 agosto 2020

app IMMUNI non scaricabile da iPhone6! Politica ingiusta di Apple ed errore dei creatori di Immuni








La app Immuni, per chi come me ha (ancora!... ebbene sì) iPhone 6 , NON È ATTUALMENTE SCARICABILE! Motivo? Perché se ci provi ti esce una finestra che dice: “Questo articolo richiede iOS 13.0 o versione successiva. Devi eseguire l’aggiornamento a iOS 13.0 per scaricare questo articolo”. Già, ma io ho appena aggiornato il sistema del mio iPhone 6, e la versione attuale, aggiornata, è la 12.4.8. Perché? Perché la Apple, quando ha rilasciato iOS 13, ha rimosso il supporto ai dispositivi più datati... Io dico che questo è ingiusto, sia per la politica di continuo "obbligo" di Apple verso i suoi clienti a dismettere dispositivi che hanno più di 5 o 6 anni ( e in generale la politica delle industrie che producono apposta tecnologia non durevole), sia per chi ha creato Immuni e non ha tenuto conto di questo problema!


29 agosto 2020

Libero arbitrio: una questione di gradi

 




Si può essere più o meno liberi (nel volere), a seconda delle circostanze e a seconda degli individui. Forse, possiamo dire, anche a seconda delle epoche storiche e delle zone geopolitiche...

So per certo che questa tesi, che vorrei sostenere e sviluppare, non è mia; ma fatico a rintracciare le sue radici storico-filosofiche.

Voglio riportare in questa pagina web, via via che le ritroverò, le tracce di questa tesi nei testi e nel pensiero di autori che ho incontrato.


Alfredo Civita: (da una lettera che mi scrisse, pubblicata in questo blog)

Tutti i nostri comportamenti sono motivati da istanze inconsce? Lo escludo assolutamente, e credo non vi sia neanche bisogno di argomentare questa risposta. Per esempio, se, dopo aver fatto colazione e aver pranzato, vado a cena al ristorante e ordino una cotoletta, l’ordinazione della cotoletta è forse ascrivibile a motivi inconsci? Ma scherziamo: né Freud, né la psicoanalisi attuale e, nel mio piccolo, neanche io, ripudiamo il libero arbitrio, la libertà del volere. Del resto, il trattamento psicoanalitico non avrebbe alcun senso in una prospettiva deterministica. Lo scopo della psicoanalisi è infatti proprio quello di rendere il soggetto più consapevole di se stesso e di conseguenza più libero. La psicoanalisi, e in particolare la psicoanalisi clinica, è incompatibile con il determinismo – sebbene Freud, ossessionato dal fare della psicoanalisi una scienza a pieno titolo, si è più e più volte gingillato con questo ordine di idee. Ma è ben noto che nella vastissima produzione freudiana si può trovare, solo lo si voglia, tutto e il contrario di tutto. E questo soprattutto a livello metapsicologico ed epistemologico.

(corsivo e grassetto miei)

A commento del brano di Civita aggiungo che mi sembra molto importante anche il nesso che istituisce fra grado di consapevolezza e grado di libertà.

26 agosto 2020

Marraffa M., Filosofia della psicologia. 1. Psicologia cognitiva e libero arbitrio

 

copertina del testo di Massimo Marraffa Filosofia della psicologia, Laterza, Roma-Bari 2003



Marraffa M., Filosofia della psicologia, Laterza, Roma-Bari 2003 (questo testo è inserito nel mio Piano di studio di Partita italiana sul libero arbitrio). 

In questa prima scheda vorrei commentare l'inizio del libro:



Sono rimasto subito colpito, perché la situazione della psicologia cognitiva che qui viene descritta mi pare proprio rappresentare la situazione del filosofo che si interroga sull'enigma del libero arbitrio. Il filosofo si trova anch'esso "sospeso tra due mondi" (ma Achille Varzi direbbe che non si tratta di due mondi, bensì di un solo mondo: "Concludiamo dunque che non c’è bisogno di pensare che esistano dei livelli di realtà. I cosiddetti due mondi di Koyré sono lo stesso mondo descritto in due modi diversi, due modi che posseggono caratteristiche diverse sul piano della fedeltà attributiva e dell’efficacia referenziale."): il mondo dei nostri vissuti in quanto persone, nel quale fra le altre cose agiamo intenzionalmente e scegliamo fra alternative, e il mondo delle spiegazioni scientifiche, che fanno rientrare le azioni e le scelte umane in processi costituiti da eventi fisico-biologico-cerebrali. Il problema sorge dal fatto che le immagini che provengono da questi due mondi diversi (o forse sarebbe meglio dire ambiti di discorso, o "giochi linguistici"?) sono incompatibili fra loro, o quanto meno appaiono contraddittori, perché da una parte si parla di libertà e dall'altra di necessità.

Quindi la psicologia cognitiva sembrerebbe essere la disciplina-chiave per approfondire la questione del libero arbitrio da una prospettiva scientifica... ma c'è da aggiungere che, nel brano che qui commentiamo, l'immagine di noi stessi in quanto persone viene nominata come psicologia del senso comune, ma esiste anche un altro modo di nominare, a di conseguenza approfondire, questa immagine: il "mondo della vita" (Husserl). Sto pensando alle indagini fenomenologiche di Roberta De Monticelli, il cui libro La novità di ognuno. Persona e libertà, Garzanti, Milano 2009 (anche questo è nel mio Piano di studio) è tutto dedicato a fare luce sul problema del libero arbitrio attraverso una teoria che viene edificata attraverso una analisi raffinata dei vissuti di noi stessi in quanto persone e di come si arrivi a diventare persone sulla base di altri vissuti pre-personali ecc.

Si può dire che la teoria fenomenologica di De Monticelli si pone come alternativa alla psicologia cognitiva, sviluppando e raffinando la cosiddetta "psicologia del senso comune"? Ancora troppo presto per rispondere.


25 agosto 2020

PARTITA ITALIANA DEL LIBERO ARBITRIO • Piano di studio

                                        

Giulio Napoleoni Volto immaginario 1: il primo della serie "Volti immaginari", creata con iPad e programma Sketches

Il titolo – che ha un sapore scacchistico e insieme musicale – è motivato dal fatto che, nello sforzo di approfondire una soluzione (abbozzata rozzamente qui, ma qualche idea nuova è in fase di elaborazione) al problema del libero arbitrio, devo fatalmente (per motivi di forza maggiore legati al mio percorso formativo) tenere conto di apporti teorici soprattutto italiani.

L'idea di questa nuova impresa è nata dalla volontà di riscrivere un precedente lavoro (del 2017) che a distanza di due anni ho riletto, trovandolo con sorpresa pieno di errori, imprecisioni, incoerenze. Per emendare tutto ciò mi sono visto – e mi vedo – costretto a ripensare teorie che già conoscevo e ad acquisire teorie, concetti, discipline, che nel 2017 non avevo ancora studiato.


 

Giulio Napoleoni legge un libro con iPad la sera, usando le evidenziazioni colorate


PIANO DI STUDIO

● = già letto;  ◦ = in lettura;  ❉ = rielaborato; ☆= in corso di rielaborazione

(i testi sono in ordine cronologico (inverso) di pubblicazione)


◦ De Caro M., Marraffa M., Mente e morale. Una piccola introduzione, Luiss University Press 2016

Lavazza A., Marraffa M. (a cura di), La guerra dei mondi. Scienza e senso comune, Codice edizioni, Torino 2016

Gardelli J., Caso e conoscenza, Tesi di Laurea, Università degli Studi di Milano, 2015

● Rovelli C., Libero arbitrio e determinismo, in «MicroMega», 2/2015, “Almanacco di filosofia” 

 Zanella M., Il dibattito sul libero arbitrio nell'ambito della filosofia analitica contemporanea, Tesi di dottorato, Università Ca' Foscari Venezia, 2014

◦ Dorato M., Che cos'è il tempo? Einstein, Gödel e l'esperienza comune, Carocci, Roma 2013

De Caro M., Lavazza A., Sartori G. (a cura di), Quanto siamo responsabili? Filosofia, neuroscienze e società, Codice edizioni, Torino 2013

◦ Di Francesco M., Piredda G., La mente estesa. Dove finisce la mente e comincia il resto del mondo?, Mondadori, Milano 2012

Gazzaniga M., Chi comanda? Scienza, mente e libero arbitrio, Codice edizioni, Torino 2013 (ed. orig. 2012)

    Marraffa M., Paternoster A, Persone, menti, cervelli, Mondadori, Milano 2012

    ◦ De Caro M., Lavazza A., Sarotiri G. (a cura di), Siamo davvero liberi? Le neuroscienze e il mistero   del libero arbitrio, Codie edizioni, Torino 2010

 De Monticelli R., La novità di ognuno. Persona e libertà, Garzanti, Milano 2009

De Caro M, Le neuroscienze cognitive e il mistero del libero arbitrio, in Il soggetto. Scienze della mente e natura dell'io, Bruno Mondadori, Milano 2009

 Dorato M., Determinismo, libertà e la biblioteca di Babele, in Prometeo, Anno 27, 105, Marzo 2009, pp.78-85

Varzi, A. C., È successo da qualche anno, in Stramaledettamente logico. Esercizi di filosofia su pellicola, a cura di A. Massarenti, Roma, Laterza Editore, 2009, pp. 3–32 [incluso nel Piano su gentile suggerimento dello stesso prof. Varzi.]

 Di Francesco M., Neurofilosofia, naturalismo e statuto dei giudizi morali, in «Etica & Politica», IX, 2007, 2, pp. 126-143

 Ferretti F., Perché non siamo speciali. Mente, linguaggio e natura umana, Laterza, Roma-Bari 2007

Marraffa M., De Caro M., Ferretti F. (a cura di), Cartographies of the Mind. Philosophy and Psychology in Intersection, Springer, Dordrecht 2007

Varzi A., Vaghezza e ontologia, in Storia dell’ontologia, a cura di Maurizio Ferraris, Bompiani, Milano, 2008, pp. 672–698 

Rizzolatti G., Sinigaglia C., So quel che fai. Il cervello che agisce e i neuroni specchio, Raffaello Cortina, Milano 2005

 De Caro M., Il libero arbitrio. Una introduzione, Editori Laterza, Roma-Bari 2004

Damasio A., Alla ricerca di Spinoza. Emozioni, sentimenti e cervello, Adelphi, Milano 2003

 Dupré J., Natura umana. Perché la scienza non basta, Laterza, Roma-Bari 2007 (ed. orig. 2003)

 Marraffa M., Filosofia della psicologia, Laterza, Roma-Bari 2003

 Casati R., Varzi A. C., Un altro mondo? in "Rivista di estetica" 19:1 (2002), 131–159

Di Francesco M., La coscienza, Laterza, Roma-Bari 2000

 Dorato M., Il software dell'universo. Saggio sulle leggi di natura, Bruno Mondadori, Milano 2000

 Civita A., La volontà e l'inconscio, Guerini e associati, Milano 1987

 Severino E., Studi di filosofia della prassi, Adelphi, Milano 1984

 Nozick R., Spiegazioni filosofiche, Il Saggiatore, Milano 1987 (ed orig. 1981)

 von Wright G. H., Libertà e determinazione, a cura di R. Simili, Pratiche Editrice, Parma 1984, trad. it di Freedom and Determination (ed. orig. 1980).

 von Wright G. H., Causalità e determinismo, a cura di S. Besoli, Faenza Editrice, 1981 (ed. orig.1974)

 Jonas H., Organismo e libertà, Einaudi, Torino 1999 (ed. orig 1973)

Dessì P., Le metamorfosi del determinismo, Franco Angeli, Milano 1997.

Damasio A., L'errore di Cartesio. Emozione, ragione e cervello umano, Adelphi, Milano 1995

Dupré J., The Disorder of Things. Metaphysical Foundations of the Disunity of Science, Harvard University Press, 1995

 Civita A., Il cervello e la mente, Guerini e associati, Milano 1993

❉ Musatti C. L., "Libertà e servitù dello spirito", in Id., Libertà e servitù dello spirito. Diario culturale di uno psicoanalista, Boringhieri, Torino 1971

Piana G., I problemi della fenomenologia (in particolare l'ultimo capitolo, Il problema di una fenomenologia del bisogno) 1966/2000

 Capizzi A., La difesa del libero arbitrio da Erasmo a Kant, La Nuova Italia, Firenze 1963

 Martinetti P., La libertà, Boringhieri, Torino 1965 (prima ed. 1928)




24 agosto 2020

Partita italiana del libero arbitrio • Sul titolo: scacchi e musica





La Partita Italiana (1. e4, e5; 2. Cf3, Cc6; 3. Ac4, Ac5; 4. c3) è un’apertura nel gioco degli scacchi con una tradizione antica e una rivisitazione teorica moderna, che dà luogo generalmente a partite molto vivaci, con colpi di scena  e aggressività contrapposte.

Avevo già scritto su come il gioco degli scacchi si associa nella mia mente con la filosofia.

La Partita è una forma musicale che in Frescobaldi indica variazioni libere sul tema di una canzone popolare, mentre più avanti, per esempio in J. S. Bach, indica una forma caratterizzata da una successione di danze (in particolare Bach segue la struttura della suite barocca – allemanda, corrente, sarabanda, giga – arricchendola con un’introduzione e con ulteriori danze).

Su come la musica, in particolare il contrappunto, possa aiutare la filosofia ho già scritto questo post

23 agosto 2020

Cosa pensa Achille Varzi sul libero arbitrio? Zettel: Un esperimento mentale



Possiamo farci un'idea, per rispondere alla domanda che fa da titolo a questo post, andando a rivedere la trasmissione Zettel sul libero arbitrio, nella quale Varzi fa un intervento che ho trascritto e copio qui di seguito. Ma ci sono anche altre cose sue interessanti per il tema del libero arbitrio, intorno al concetto di possibilità... Uno scritto che si può considerare come un contributo indiretto su tema è il saggio scritto a quattro mani con Casati Un altro mondo? (Pubblicato in "Rivista di estetica" 19:1 (2002), 131–159) (Questo testo rientra nel mio Piano di studio di Partita italiana del libero arbitrio). Qui i due filosofi ragionano sulla domanda "Il mondo del senso comune è davvero un «altro mondo» rispetto a quello delle scienze fisiche?" (una accenno a come rispondono, in attesa di preparare una scheda esaustiva su questo testo, lo trovate qui ). Dico questo perché una delle molteplici facce con la quale si può presentare il problema del libero arbitrio è la tensione tra il punto di vista del senso comune (su come e perché noi persone agiamo, vogliamo, decidiamo) e il punto di vista delle scienze (su come e perché l'animale umano agisce, vuole, decide, sceglie, su come funzionano la mente e il cervello degli umani che agiscono e prendono decisioni prima di agire).

(Sul tema della natura umana vedi anche questo post recente:

Sulla natura umana e su sette regole per una filosofia qualitativamente completa)


Cartolina da New York  di Achille Varzi in Zettel su Libero arbitrio

Quando si parla di libero arbitrio, una tesi importante e per certi aspetti molto intuitiva è quella per cui il nostro senso di libertà è a ben vedere una sorta di illusione cognitiva, cioè la conseguenza di una asimmetria tra il nostro modo di rapportarci al futuro rispetto al nostro modo di rapportarci al passato. Il passato lo conosciamo, e quindi ci è facile dire che non possiamo cambiarlo. “Quel che è stato è stato.” Il futuro no, non lo conosciamo. Ed è per questo motivo che abbiamo l’impressione, la sensazione, di essere liberi di agire e di fare quello che vogliamo. Però basterebbe che qualcuno ci dicesse di conoscere il futuro ed ecco che questa asimmetria verrebbe a cadere. E di conseguenza non sarebbe così difficile riconoscere che in qualche modo anche il futuro è già scritto. “Quel che è stato è stato, e quel che sarà sarà.”

   Ora non è che io voglia sostenere questa tesi, però vorrei provare almeno a sostenere che la sua verità non abbia le conseguenze nefaste che la negazione del libero arbitrio sembrerebbe avere. In modo particolare non ne segue che uno debba necessariamente avere un atteggiamento di stampo “fatalista”. Per farlo vorrei per una volta servirmi anch’io di un semplice esperimento mentale.

      Supponiamo che io sia un temponauta, cioè che io abbia una sorta di macchina del tempo che mi permette di spostarmi avanti e indietro negli anni. Anzi, credetemi, è proprio così… adesso questo è uno scoop… ma io sono nato nel 2958, e quindi vengo da un’epoca molto lontana, e a un certo punto ho deciso di venire a trovarvi, sono salito sulla mia macchina del tempo e sono arrivato qua. Qualche anno fa, poi ho deciso di fermarmi, mi piace molto il vostro mondo e vi faccio parte, esattamente come voi. Però prima di partire ho deciso di documentarmi. Ho preso tutti i giornali dal 2000 al 2050, li ho qui su questo microfilm, e quindi so esattamente tutto quello che è successo. In particolare so quello che è successo domani. Dico “quello che  è successo domani” perché appartiene al mio passato… se mi mettessi nei vostri panni dovrei dire “so quello che succederà domani”. So quello che farai tu, e naturalmente so anche quello che farò io. So quello che farò perché è quello che ho fatto, è tutto qui nel mio microfilm. Non sono libero di comportarmi in modo diverso, perché sebbene “domani” appartenga al mio futuro personale, dal punto di vista del tempo storico “domani” appartiene al mio passato. E abbiamo detto che il passato non si può cambiare. 

      Ebbene, ditemi voi se stando così le cose il vostro senso di libertà e di libera scelta cambia. Cambia forse qualcosa, nell’ipotesi che il vostro futuro sia il frutto delle vostre azioni, delle vostre scelte, del vostro agire intenzionale? No, non cambia niente. Perché dal fatto che sia già vero oggi che domani farete certe cose non segue che non sia vero che le cose che farete domani non siano il frutto di una vostra scelta intenzionale, non sia in vostro arbitrio comportarvi in quel modo. Cioè, in un certo senso siete obbligati a fare quelle cose perché le avete fatte (è tutto qui nel mio microfilm, abbiamo detto), ma in un altro senso non siete obbligati: potreste comportarvi in modo diverso, avreste potuto comportarvi in modo diverso. Non l’avete fatto ma tant’è; questo non significa che il futuro non sia il frutto delle vostre azioni, così come lo è il vostro passato.

   Quindi in breve:  non potete fare cose diverse da quelle che farete, ma questo non significa che non le facciate perché siete costretti.



15 agosto 2020

Franca D'Agostini e le disavventure della metafisica. Sintesi critica di "Realismo? Una questione non controversa"


Copertina del libro di Franca D'Agostini Realismo? Una questione non controversa , edito da Bollati Boringhieri



Pubblico solo ora questo testo del 2015, che ha avuto una storia particolare. Dopo averlo scritto lo sottoposi a Franca D'Agostini, a cui non piacque. Mi sentii allora in dovere di non pubblicarlo, nemmeno sul mio blog. Di fatto, però, pubblicai a pezzi il "riassunto" del libro Realismo?, e trassi da altre parti del saggio alcuni post che pubblicai separatamente sempre sul blog. Di fatto, alcuni dei post pubblicati (da me estrapolati da questo testo) sono diventati post molto letti dai lettori del blog. Mi sento oggi incoraggiato a pubblicare quindi questo saggio, che ha rappresentato una tappa importante nello sviluppo dei miei pensieri.

Trattandosi di un testo di 35 pagine, non ritengo utile pubblicarlo in forma di post, ma pubblico qui solo il sommario, e rimando con un link al file PDF su Google Drive (leggibile e scaricabile).


file PDF


1. Introduzione

2. Il famoso aforisma di Nietzsche “Non ci sono fatti, solo interpretazioni” e la cesura fra tradizione analitica a tradizione continentale in filosofia (R. cap. 1)

3. I differenti modi delle due tradizioni otto-novecentesche di essere contro la metafisica (R. cap. 2)

4. Il “Nuovo Realismo” e l’antidoto: normalizzare la filosofia (R. cap. 3)

5. Facciamo un po’ di storia (R. cap. 4)

6. Alla radice della divaricazione fra Analitici e Continentali: Kant incompreso (R. cap. 5)

7. Come fare buona ricerca in metafisica? (R. cap. 6)

8. La fisica contemporanea è la nuova metafisica? Il realismo scientifico e il concetto di “scienza totale”

9. Il realismo presupposto da qualsiasi ragionamento o discussione (R. cap. 10)

10. Morte e rinascita della metafisica (R. cap. 11)

11. In sintesi (R. Conclusioni)

12. Solo la logica può liberare la metafisica?

13. L’attualità delle antinomie kantiane per una rinascita della metafisica tradizionale

14. Il senso della filosofia