9 marzo 2016

L'azione umana e il libero arbitrio





Nel seguente brano di Kant, tratto dalla Critica della ragione pura, abbiamo una esposizione sintetica dei termini fondamentali nei quali ancora oggi si può porre la questione del libero arbitrio.

«(…) si prenda un’azione volontaria, per esempio una menzogna malvagia, con la quale un uomo abbia portato un certo scompiglio nella società, si indaghino in primo luogo i moventi da cui essa è nata, e poi si giudichi in che modo essa, insieme alle sue conseguenze possa essere imputata a quell’uomo. Per quanto riguarda il primo punto bisogna esaminare il carattere empirico di quell’uomo sino alle sue sorgenti, che vanno ricercate nella cattiva educazione, nelle cattive compagnie, in parte anche nella malvagità di un’indole insensibile alla vergogna, in parte vanno attribuite alla leggerezza e ala sconsideratezza, senza trascurare poi le cause occasionali concomitanti. In tutto ciò si procede come si fa in generale nella ricerca della serie delle cause determinanti di un effetto naturale dato. Ora, per quanto si creda che l’azione sia determinata, in questa maniera, nondimeno se ne biasima l’autore, e certo non a motivo della sua indole infelice, o per le circostanze che hanno influito su di lui, e addirittura neppure per la sua condotta passata. Infatti, si presuppone di poter tralasciare completamente il modo in cui egli si è comportato nel passato, di poter considerare come non accaduta la serie trascorsa delle condizioni, e di poter invece considerare questo atto come del tutto incondizionato rispetto allo stato precedente, come se il suo autore abbia iniziato in modo totalmente spontaneo una serie di conseguenze. Tale biasimo si fonda su una legge della ragione, per cui si considera la ragione una causa che, a prescindere da tutte le condizioni empiriche suddette, avrebbe potuto e dovuto determinare diversamente il comportamento dell’uomo.»

Possiamo considerare un'azione volontaria sia come effetto di una serie di cause determinanti, indagabili empiricamente, sia come frutto di una deliberazione ragionata? Forse il problema sorge proprio per questa doppia possibilità, per questi due punti di vista sulla stessa azione.
Allora porre la questione generale se il libero arbitrio appartenga o no alla natura umana significa chiedersi se l'uomo agisca prevalentemente in base a ragioni (ragionamenti, deliberazioni, valori, concetti) o in base a forze (impulsi, pulsioni, emozioni, desideri).

Forse si tratta di una mescolanza inestricabile di entrambi, ragioni e forze. Forse la ragione è una fra le forze in gioco. Ma se lo è si tratta di una forza che trae origine da una dimensione molto diversa da quella delle forze indagabili empiricamente, sembra sostenere Kant.

2 marzo 2016

Le famiglie co-parentali





Commentando l'articolo di Maria Novella De Luca "Omogenitorialità", uscito su la Repubblica il 20 marzo 2009 e ripubblicato su Nazione Indiana da Franco Buffoni il 23 marzo 2009, ho scritto :

Un’altra tipologia di famiglia omogenitoriale è quella che viene chiamata co-parentale (o co-parenting): una coppia lesbica e una coppia gay si incontrano e costruiscono il loro rapporto intorno al progetto di far nascere uno o più figli. All’interno di ciascuna coppia ci sarà un genitore biologico che sarà genitore a tutti gli effetti; la/il partner deciderà che peso dare al proprio ruolo co-genitoriale (non è detto quindi che il figlio cresca con l’idea di avere due mamme e due papà: potrà avere anche solo una mamma con la sua compagna e un papà col suo compagno). La gestione del figlio, pur separata, sarà improntata al reciproco sostegno fra le due coppie, alla complicità e alla solidarietà. E’ importante, per la buona riuscita, che le due coppie vivano il più possibile vicine, in modo da facilitare gli aspetti logistici, e che ci siano anche momenti di vita in comune allargata (a quattro).
Famiglie di questo tipo sono presenti in Famiglie Arcobaleno, anche se in percentuale molto bassa.
L’articolo non ne parla ma mi sembrava giusto segnalare che esiste anche questa variante, nel variegato mondo delle nuove famiglie.

Ad oggi, per quanto si sente nelle discussioni sui modelli di famiglia alternativi a quello tradizionale, questa realtà è ancora molto poco conosciuta. Molte riflessioni si potrebbero fare confrontando questo modello con altri, non ultima quella che forse si tratta, più che di una famiglia, di due nuclei famigliari che procedono in parallelo, nei quali i figli si trovano a vivere una situazione simile a quella dei figli di genitori separati, con la differenza che in questo caso la separazione non è mai avvenuta perché i due genitori biologici non sono mai stati una coppia e hanno un rapporto che si costruisce gradualmente intorno al processo di realizzazione della loro genitorialità: i figli sono quindi già solo per questo motivo posti fin da subito al centro dell'attenzione, verso di loro convergono gli interessi dei due nuclei.
Va aggiunto che il co-parenting si può realizzare anche in varianti: coppia di donne-uomo single (gay o etero), coppia di uomini-donna single (etero o lesbica), donna single-uomo single.
Dal punto di vista economico realizzare un modello come questo non costa nulla (si basa sulla tecnica dell'autoinseminazione), ma occorre essere molto attenti all'accordo fra i due nuclei per quanto riguarda la futura gestione economica dei figli. Se i figli verranno cresciuti in collocazione prevalente presso il nucleo famigliare materno (come in genere si verifica nel caso dei figli di genitori separati) la legge prevede che il padre dia un contributo economico mensile alla madre per il mantenimento.
Nel caso in cui, invece, la collocazione presso i due nuclei sia paritaria l'accordo economico può prevedere una gestione comune delle spese per il mantenimento dei figli.

Rimando infine alla pagina che il sito di Famiglie Arcobaleno dedica agli studi e ricerche sulle famiglie omogenitariali, ricchissima di indicazioni bibliografiche per chi voglia approfondire il tema in generale.