I testi delle canzoni possono dare da pensare.
Recentemente ho riascoltato alcune canzoni di Jovanotti e sono rimasto colpito innanzitutto dall'energia, ma anche dall'efficacia con cui riesce a dire cose non facili in modo diretto, semplice.
Le canzoni che voglio commentare, estraendone qualche frammento, sono:
Non m'annoio (puoi ascoltarla e leggere il testo qui), che appartiene alla raccolta Lorenzo 1992, e Penso positivo (puoi ascoltarla e leggere il testo qui), che appartiene all'album Lorenzo 1994.
La prima è una canzone sul tempo, sul modo di viverlo. La seconda è una canzone sul vivere credendo in qualcosa.
Dico subito, per sgombrare il campo da equivoci, che non intendo fare un'analisi completa né dare un'interpretazione esauriente di queste due canzoni. Mi limiterò a estrarre alcune proposizioni, tracciando un percorso all'interno dei testi, e a fare qualche considerazione.
Percorso 1 (da Non m'annoio)
Tempo comunque vadano le cose lui passa
l'unica cosa che ci è data di fare è avere il tempo da poter organizzare
non m'annoio
non mi stanco
tempo prezioso
non abboccare a questa grande balla del tempo che ti fa cambiare che ti modella e più vai avanti più la vita è meno bella
sfuggi dal gruppo e pensa con la tua testa e stare insieme sarà sempre una festa
se riuscirai a sopravvivere lontano dal branco non c'è noia non sarai mai stanco
non mi rompo
tempo quando stai bene lui va via come un lampo quando ti annoi un attimo sembra eterno il paradiso può diventare inferno
Percorso 2 (da Penso positivo)
Io penso positivo perché son vivo
niente e nessuno al mondo potrà fermare quest'onda che va, quest'onda che viene e che va
Io penso positivo ma non vuol dire che non ci vedo
io penso positivo in quanto credo
Io credo soltanto che tra il male e il bene è più forte il bene.
guardare dentro alle cose c'è una realtà sconosciuta che chiede soltanto un modo per venir fuori a veder le stelle
Riflessioni
Il tempo trascorre inesorabile ma la nostra percezione della sua velocità cambia a seconda di come stiamo: se stiamo bene sembra più veloce, se stiamo male sembra più lento.
Ci si potrebbe chiedere: perché? Forse perché se stiamo bene vorremmo farlo andare più lentamente, vorremmo averne di più e allora rispetto a questo nostro volere sembra troppo veloce. Se stiamo male vorremmo farlo passare in fretta, per superare velocemente il male, e allora rispetto a questa esigenza di velocità il suo trascorrere sembra troppo lento.
I mali da evitare, che Jovanotti ci indica, sono la noia, la stanchezza, il "rompersi le scatole".
Cos'è la noia? Il non saper cosa fare, il non avere un progetto. La stanchezza di cui parla non è la stanchezza fisica, ma l'essere stanchi della vita, della situazione in cui ci si trova, il non saper reggere la fatica. Il "rompersi" è il non trovare interesse nelle cose che ci circondano, il non avere pazienza nei rapporti con gli altri.
Il tempo è prezioso e bisogna organizzarlo.
Il tempo è in realtà l'unica cosa che abbiamo: è la nostra vita, è l'essere di tutte le cose.
Non è il tempo che ci fa cambiare e che ci fa stancare.
Il tempo è solo la possibilità continua di cambiamento, ma in quale direzione cambiare sta a noi stabilirlo: occorre dirigere il proprio cambiamento pensando con la propria testa.
La vita è di per sé ottimista: è una grande onda che va sempre avanti.
Ma essere ottimisti non vuol dire non vedere che le cose, nell'umanità, vanno anche molto male: è credere che il bene è più forte del male, cioè che la vita sopravvive alla morte, che l'essere è più forte del nulla, che la vita ha poteri costruttivi più forti dei poteri distruttivi.
Ci sono ancora tante risorse da scoprire nella realtà, tante potenzialità positive che noi possiamo conoscere e realizzare.
Recentemente ho riascoltato alcune canzoni di Jovanotti e sono rimasto colpito innanzitutto dall'energia, ma anche dall'efficacia con cui riesce a dire cose non facili in modo diretto, semplice.
Le canzoni che voglio commentare, estraendone qualche frammento, sono:
Non m'annoio (puoi ascoltarla e leggere il testo qui), che appartiene alla raccolta Lorenzo 1992, e Penso positivo (puoi ascoltarla e leggere il testo qui), che appartiene all'album Lorenzo 1994.
La prima è una canzone sul tempo, sul modo di viverlo. La seconda è una canzone sul vivere credendo in qualcosa.
Dico subito, per sgombrare il campo da equivoci, che non intendo fare un'analisi completa né dare un'interpretazione esauriente di queste due canzoni. Mi limiterò a estrarre alcune proposizioni, tracciando un percorso all'interno dei testi, e a fare qualche considerazione.
Percorso 1 (da Non m'annoio)
Tempo comunque vadano le cose lui passa
l'unica cosa che ci è data di fare è avere il tempo da poter organizzare
non m'annoio
non mi stanco
tempo prezioso
non abboccare a questa grande balla del tempo che ti fa cambiare che ti modella e più vai avanti più la vita è meno bella
sfuggi dal gruppo e pensa con la tua testa e stare insieme sarà sempre una festa
se riuscirai a sopravvivere lontano dal branco non c'è noia non sarai mai stanco
non mi rompo
tempo quando stai bene lui va via come un lampo quando ti annoi un attimo sembra eterno il paradiso può diventare inferno
Percorso 2 (da Penso positivo)
Io penso positivo perché son vivo
niente e nessuno al mondo potrà fermare quest'onda che va, quest'onda che viene e che va
Io penso positivo ma non vuol dire che non ci vedo
io penso positivo in quanto credo
Io credo soltanto che tra il male e il bene è più forte il bene.
guardare dentro alle cose c'è una realtà sconosciuta che chiede soltanto un modo per venir fuori a veder le stelle
Riflessioni
Il tempo trascorre inesorabile ma la nostra percezione della sua velocità cambia a seconda di come stiamo: se stiamo bene sembra più veloce, se stiamo male sembra più lento.
Ci si potrebbe chiedere: perché? Forse perché se stiamo bene vorremmo farlo andare più lentamente, vorremmo averne di più e allora rispetto a questo nostro volere sembra troppo veloce. Se stiamo male vorremmo farlo passare in fretta, per superare velocemente il male, e allora rispetto a questa esigenza di velocità il suo trascorrere sembra troppo lento.
I mali da evitare, che Jovanotti ci indica, sono la noia, la stanchezza, il "rompersi le scatole".
Cos'è la noia? Il non saper cosa fare, il non avere un progetto. La stanchezza di cui parla non è la stanchezza fisica, ma l'essere stanchi della vita, della situazione in cui ci si trova, il non saper reggere la fatica. Il "rompersi" è il non trovare interesse nelle cose che ci circondano, il non avere pazienza nei rapporti con gli altri.
Il tempo è prezioso e bisogna organizzarlo.
Il tempo è in realtà l'unica cosa che abbiamo: è la nostra vita, è l'essere di tutte le cose.
Non è il tempo che ci fa cambiare e che ci fa stancare.
Il tempo è solo la possibilità continua di cambiamento, ma in quale direzione cambiare sta a noi stabilirlo: occorre dirigere il proprio cambiamento pensando con la propria testa.
La vita è di per sé ottimista: è una grande onda che va sempre avanti.
Ma essere ottimisti non vuol dire non vedere che le cose, nell'umanità, vanno anche molto male: è credere che il bene è più forte del male, cioè che la vita sopravvive alla morte, che l'essere è più forte del nulla, che la vita ha poteri costruttivi più forti dei poteri distruttivi.
Ci sono ancora tante risorse da scoprire nella realtà, tante potenzialità positive che noi possiamo conoscere e realizzare.
2 commenti:
Bellissimo intervento prof! piano piano ho letto quasi tutto il suo blog...apprezzo molto il suo lavoro!
Giulia Mercurio
Grazie Giulia,
auguri per tutte le tue attività!
GN
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