18 agosto 2022

MOMENTI INTENSI DI VITA INFANTILE di Gabriella Sacchetti

 






La prima neve

È il pomeriggio del giorno che ho visto la neve per la prima volta. Sono nella cucina della nonna.

L’eccitazione di prima, quando toccavo la neve mentre il nonno ci fotografava, si è un po’ attutita ed ora guardo dalla finestra il giardino, il grande albero di noce con intorno piccoli alberelli toccati leggermente dalla neve che scende con movimento continuo leggero, regolare, mentre la luce diminuisce a poco a poco. Sono commossa da questa scena e mi sento invasa da un piacere. È il movimento regolare, silenzioso, che mi piace tanto? È un'emozione estetica a 7 anni? Ancora adesso che ne ho 90, mi capita di rivedere quella scena  che mi trasmette pace e ho potuto riviverla intensamente come allora più volte nella mia vita.



Fuga da Gaeta

Fuggiamo da Gaeta perché “la montagna spaccata” si sta incendiando, e tutti scappano dalle spiagge e dalle case. In un grande trambusto la mamma trova finalmente un tassista che ci porta via nella sua macchina. Andiamo dai nonni a Isoletta. Io ho 5 anni. La strada è dritta e dal finestrino posteriore vedo due monti con dentro una grande fiamma. Io continuo a guardare i due monti con la fiamma e guardo, guardo. Questa visione dura molto  e lentamente cambia: a poco a poco si rimpiccioliscono, ma ci sono per molto tempo; io non stacco lo sguardo, e vedo il loro colore  che diventa più scuro, ma la fiamma è sempre molto rossa. Trovo bella questa scena, forse perché c’è  movimento e  cambiamento. Sento una emozione che mi dà piacere. Ancora posso rivedere quelle immagini molto precise e rievocarle mi incanta, anche ora che ho 90 anni.



Rospo di sera

Nelle serate estive all’imbrunire noi bambini ci sedevamo con la mamma sui quattro scalini davanti alla porta di casa, per prendere il fresco e chiacchierare. Ogni tanto  sbucava fuori un rospo. Allora smettevamo subito di parlare e lo osservavamo mentre grosso, marrone con puntini, si faceva  un giretto con un suo ritmo lento ma regolare, e poi tornava verso di noi, forse infilandosi sotto gli scalini. Era una presenza magica e misteriosa. Certe volte tardava a venire, e noi lo aspettavamo.



Margherite

Un giorno mia sorella Ida e la mamma mi portano delle margherite che hanno colto sulla via Appia antica.

Mi entusiasmano subito: non sono le margherite che vedo nei prati vicino a casa.

Queste hanno il gambo molto lungo, esagerato, che splendore!

Eppure sono flosce, colte da un’ora, non figurerebbero in una vetrina di un fioraio.

Ma quel gambo così lungo mi inebria, e, quando ho bisogno di rallegrarmi con qualcosa di molto bello, le rivedo, precise.

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