8 dicembre 2019

Le Sardine e la voglia di fare vera politica






Milano, 8 dicembre 2019

Penso che le Sardine abbiano il grande merito di avere riacceso in molte persone (il 42% degli elettori, secondo il sondaggio realizzato da Demos & Pi e pubblicato oggi su Repubblica, sono "simpatizzanti", cioè hanno partecipato o sono comunque d'accordo con le loro battaglie) la voglia di partecipare attivamente a un processo di trasformazione e miglioramento della vita pubblica. In altri termini, la voglia di fare veramente politica, la voglia di essere cittadini attivi, che partecipano al processo democratico di costruzione di una società più giusta, più equa, attenta ai reali bisogni di chi la compone.
     Dico questo basandomi innanzitutto sulla mia esperienza personale, ma anche confrontandomi con le interpretazioni del fenomeno che leggo sulle fonti di informazione. Scrive oggi Ilvo Diamanti (su Repubblica) che le Sardine hanno invaso "il centro dell'opinione pubblica. Segno di una domanda politica ancora inespressa, perché non trova sbocchi. Perché l'offerta politica è inadeguata. Soprattutto a (centro)Sinistra. (...) le Sardine rivelano una domanda e un "vuoto" di rappresentanza di proporzioni ampie. Soprattutto fra i giovani e i giovani-adulti."
      La mia esperienza personale è molto semplice. Ho letto delle loro manifestazioni, le ho seguite in televisione, ho visto Mattia Santori intervistato in varie trasmissioni, e subito ho provato la sensazione di una forza, di un'energia nuova, di un'onda nella quale sento la voglia di inserirmi, con le mie idee, con le mie esigenze. Voglia di dare il mio contributo per incidere su un possibile processo di trasformazione positiva delle cose. Da qui l'impulso a entrare in comunicazione con loro e dichiarare il mio entusiasmo, suggerire qualcosa. Così ho scritto una mail all'indirizzo che compare nella loro pagina Facebook, che riporto qui di seguito:

Carissimi
Giulia, Andrea, Roberto e Mattia

ho appreso dell’esistenza delle sardine leggendo Rapubblica e seguendo i telegiornali; adesso vi seguo su FB, ho letto il vostro manifesto, vi ho visto da Fazio, stasera ho visto Mattia da Floris…
Sono entusiasta di quello che fate e della speranza che state dando al paese.

Vorrei contribuire al movimento per come posso io, professore di filosofia e storia in un liceo milanese.

Per ora la prima cosa che mi viene in mente è un consiglio di lettura, anche se so che ve sono arrivati già tanti e non vorrei subissarvi.
Siccome una delle vostre battaglie principali è sul linguaggio della politica, vorrei consigliarvi un libro davvero basilare:

Franca D’Agostini, Verità avvelenata. Buoni e cattivi argomenti nel dibattito pubblico, Bollati Boringhieri, Torino 2010

E’ un testo che spiega le basi della teoria dell’argomentazione, e insegna a capire, per esempio, come smascherare le fallacie logiche e argomentative dei politici. Mette al centro il tema della verità per il suo nesso con la democrazia. Insegna come il dibattito pubblico potrebbe farsi guidare dalla conoscenza e dalla razionalità, mentre rischia invece di essere completamente inquinato dalla prevaricazione e dalla menzogna.

Vi abbraccio, con profonda stima e commozione
Giulio Napoleoni

https://giulionapoleoni.blogspot.com

Dopo qualche giorno mi hanno risposto:

Grazie mille Giulio,
il tuo sostegno ci rafforza!
Cercheremo di trovare il tempo per leggere il libro che ci hai consigliato;

in questo momento il tempo è proprio la risorsa che ci manca di più, ma speriamo di riuscire a prenderci una pausa dopo questa prima ondata di manifestazioni. 

Adesso penso che questa grande energia possa veramente servire a rinnovare e incidere sulla politica "rappresentata" se ciascuno prova a contribuire con le sue idee, con le sue proposte. Penso alle Sardine come un grande catalizzatore nel quale far confluire domande, bisogni finora inespressi, suggerimenti, idee anche più strutturate, per poi trasmettere tutto ciò ai partiti o ai singoli politici che vorranno ascoltarle. Penso alle Sardine come un grande movimento che possa influenzare, orientare, fare pressione, illuminare, guidare, nutrire di idee nuove il Parlamento e il Governo. 
     Riferendomi al mio campo di azione – l'insegnamento –, per esempio, penso che sia venuto il momento di ripensare da cima a fondo il sistema scolastico. Ripensare i programmi, innanzitutto. Chiedersi: quali sono le cose veramente importanti che i giovani devono conoscere per affrontare la vita attuale, per affrontare la situazione contemporanea? Faccio solo alcuni esempi, qui di seguito, in modo disordinato e frettoloso, ma solo per dare un'idea di quello che ho in mente. Ci sono alcune materie cruciali che non esistono o sono marginali nel sistema scolastico di base (ecologia, geopolitica, economia politica, logica, teoria delle decisioni, psicologia, diritto...), altre che andrebbero potenziate (filosofia, teoria dell'evoluzione, cosmologia...). Ma anche ripensare i curricoli orari delle discipline già attualmente insegnate (solo un esempio, che mi riguarda da vicino: che al liceo scientifico la storia al quinto anno si debba insegnare con sole due ore alla settimana è una follia...).
     Per concludere: sogno un movimento che sfrutti la rete come strumento per raccogliere le istanze e le idee di chi come me sente rinascere la voglia di fare vera politica, un laboratorio politico permanente, aperto, che costringa i politici di professione ad ascoltare e cercare di tradurre queste istanze e queste idee in azioni concrete, in riforme coraggiose. Certamente per fare tutto ciò occorre una struttura, un'organizzazione complessa, un grande lavoro. Ma se ciascuno di quelli che ha voglia di fare qualcosa dedica un po' del suo tempo al movimento, forse si può riuscire a organizzare questa grande azione collettiva.
     Io, lo dichiaro qui, mi rendo disponibile a lavorare in questo senso. Non solo elaborando meglio le idee nel campo che è di mia competenza (naturalmente insieme ad altri), ma anche offrendo un po' del mio tempo alla costruzione della struttura, all'organizzazione del laboratorio politico.
     




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