Invito alla lettura di questa intervista a Franca D'Agostini.
Ne riporto qui di seguito le parole conclusive:
La promessa della filosofia, cioè l’idea che gli esseri umani possano davvero imparare l’arte della verità, è sempre attiva. Ancora oggi esistono molte risorse. Quel che bisognerebbe riuscire ad accettare, una volta per tutte, è che la democrazia, per funzionare, deve essere filosofia al potere. E poiché il potere in democrazia è (idealmente) di tutti, noi tutti, cittadini e governanti, dobbiamo affrettarci a diventare filosofi. Non studiosi di filosofia, ovviamente, ma semplicemente persone che sanno usare le mezze verità senza fare danno a se stessi e agli altri.
Non è detto che ci riusciamo. Non è detto che la democrazia sia il miglior governo possibile. Non è detto che nel tentativo di imparare a essere filosofi non si finisca per inciampare in (vere o presunte) verità ancora più distruttive di quelle di cui già disponiamo. Ma se c’è un senso plausibile della politica è solo legato a questa ipotesi. Bisognerebbe che la scuola, l’università, la politica, la giustizia si facessero carico seriamente di queste esigenze.
La filosofizzazione dell’umanità è incominciata. Lasciare il lavoro a metà significa lasciare il mondo al nichilismo, non come necessaria fase della libertà della ragione, ma come mezza verità diventata assoluta e trionfante menzogna.
Credo che l'idea di fondo, che D'Agostini ha sviluppato poi nel recentissimo libro La verità al potere. Sei diritti atletici, scritto con Maurizio Ferrera (Einaudi 2019), possa dare indicazioni preziose al movimento delle Sardine su come precisare e arricchire la loro linea di azione, in vista del futuro dialogo con la politica che hanno preannunciato.
2 commenti:
Il movimento delle sardine è oggi defunto: sarà per caso anche colpa di certe idee D'agostiniane? Democrazia? Dove è? ...
Il mio riferimento alle Sardine va contestualizzato al momento in cui scrivevo quel post, ma il pensiero della D'Agostini sulla democrazia va al di là della contingenza dei vari movimenti politici, e mi sembra molto semplice e condivisibile. Sostiene che la democrazia presuppone la capacità di ragionare, il buon uso della logica, quindi l'arte della discussione pubblica come strumento essenziale per risolvere i problemi. E il suo programma di rendere tutti filosofi significa molto banalmente lavorare affinché nella formazione ci sia una particolare attenzione alle capacità logico-critiche e si apprendano i criteri per poter distinguere il vero dal falso, dal mezzo vero, dal finti manipolato eccetera.
Dovrebbe leggere "Verità avvelenata" e "I mondi comunque possibili", ma anche "Menzogna" e credo cambierebbe idea.
Oppure la invito ad essere più preciso: quali "idee d'agostiniane"?
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