29 ottobre 2009
Il bisogno di una filosofia della sessualità
In un'intervista recente nella quale gli si chiedeva di commentare la bocciatura della legge contro l'omofobia (su Repubblica del 14 ottobre 2009) Gianni Vattimo conclude con queste parole: "In realtà la cultura anti-gay preesiste al cattolicesimo. La Chiesa, invece, potrebbe cambiare molte cose in materia di sesso e aiutarci tutti ad essere più liberi, ma non lo fa. E questa è la sua vera colpa. Non vuole metterci in condizione di mutare la nostra percezione del sesso, lasciando piuttosto che esso resti 'le sale petit secret', 'lo sporco piccolo segreto' di cui parlava Gilles Deleuze. Il sesso resta così uno 'scandalo', uno scandalo aumentato dalla mercificazione che gli è stata imposta dal capitalismo. Alla fine, saremo travolti da questa concezione del sesso." "E cosa bisognerebbe fare, allora?" chiede il giornalista. "Se ne fossimo capaci, dovremmo davvero fare una rivoluzione in campo sessuale. Nel senso che dobbiamo scegliere: o sappiamo darci un modo del tutto nuovo di concepire la sessualità o altrimenti resteremo prigionieri di questo status quo."
Sono pienamente d'accordo sulla necessità di ripensare a fondo i concetti con i quali pensiamo (e comunichiamo) la sessualità in generale, proprio per erodere dal nostro linguaggio e dal nostro pensiero tutte le incrostazioni cuturali e storiche che si portano dietro visioni distorte e confuse e rintracciare anche le evenutali origini "fenomenologiche" di certe associazioni (il sesso come qualcosa di scandaloso, sporco ecc). Ad esempio una cosa banale: il fatto che gli organi sessuali e un'importante zona erogena siano anche i punti dai quali il corpo espelle i propri rifiuti.
Cfr. in questo blog Verso una filosofia della sessualità, ottobre 2008
Segnalo un libro uscito di recente che forse può essere utile in tal senso (ne ho da poco iniziato la lettura e vorrei in futuro presentarne qui una sintesi critica):
Michel Onfray, La cura dei piaceri. Costruzione di un'erotica solare, Milano, Ponte alle Grazie 2009, ed. orig. Flammarion 2008.
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