10 agosto 2024

Librerie riordinate, sfrondate, pulite!

 


Due giornate di solitudine nel caldo agosto milanese: l'occasione giusta per mettere finalmente mano a un lavoro che attendeva da mesi, ovvero eliminare i libri inutili (riducendo in alcuni casi le scandalose e ingestibili TRE file nello stesso scaffale ad un massimo di DUE!), aspirare TUTTA la polvere accumulata e approfittarne per riordinare. Ne sono scaturiti alcuni accostamenti anche singolari, che voglio testimoniare con alcuni video. Accostamenti che dovrebbero preludere a nuove letture o riletture secondo percorsi di pensiero che via via prefiguravo. Resta, di base, il raggruppamento per autori o per argomenti, ma è in quelli per argomenti che a volte si può restare sorpresi. Ad esempio c'è uno scaffale che inizia con la classica antologia Metafisica a cura di Achille Varzi, a cui seguono Marmodoro-Mayr, Breve introduzione alla metafisica, Filosofia contemporanea a cura di T. Andina (e qui pensavo al par. 1.1 scritto da Andrea Borghini, su "I principi"), Francesco Berto, L'esistenza non è logica seguito dalla stampata ripiegata di un saggio breve di Berto intitolato Metafisica da nulla), Aldo Masullo, Metafisica, Sebastiano Maffettone, Il valore della vita, Ronald Dworkin, Religione senza Dio, Paolo Flores D'Arcais, L'individuo libertario, Orlando Franceschelli, Nel tempo dei mali comuni. Per una pedagogia della sofferenza, la Storia dell'ontologia a cura di Ferraris, Ontologia di Ferraris (ma l'omonimo libro di Varzi, che ritengo superiore a quello di Ferraris, non l'ho inserito solo per averlo nello scaffale dedicato a D'Agostini e Varzi...), Andrea Borghini, Che cos'è la possibilità, cui segue dello stesso autore, con Elena Casetta, Filosofia della biologia, Organismo e libertà di Jonas, Il principio responsabilità dello stesso Jonas, La vita meravigliosa di Gould, seguito da due testi di Telmo Pievani: La vita inaspettata e Imperfezione.

È abbastanza evidente che nel comporre questo scaffale avevo in mente quella mia idea sul compito della filosofia  (nel link vedi soprattutto l'ultimo paragrafo), che ho provato a esprimere in modo forse troppo dettagliato in un progetto di sistema... E dei libri di questo scaffale alcuni li ho già letti per intero ma voglio rileggerli, altri li ho letti in parte e solo in parte li utilizzerei, altri letti in parte li voglio finire... uno solo non ho ancora mai iniziato, anche perché l'ho acquistato di recente: quello di Franceschelli.

Chi abbia la pazienza e la curiosità di guardare questi video vedrà quindi non solo il frutto della mia fatica agostana, ma potrà sbirciare anche le mie radici e i miei progetti di studio.

Sempre che io riesca a studiare nei prossimi anni! Arrivati ai sessanta si comincia anche a fare i conti con i limiti di tempo che la vita ci impone. Credo che arrivato ai settanta (sempre che ci arrivi sano e salvo) farò uno sfrondamento ancora più drastico delle mie librerie (che si estendono poi nelle cantine di altre due case...), qui testimoniate solo in parte: a settant'anni ti resta ancora poco da leggere. Chissà se riuscirò mai a scriverlo, un vero libro di filosofia, di filosofia vera. A occhio e croce, conoscendomi, direi di no. Ma di progetti di scrittura ne farò ancora, e forse questi progetti stessi, presi nell'insieme, faranno vedere in controluce, in filigrana, il libro che avrei voluto scrivere. Forse non serve scrivere "il libro" della propria vita, della propria vita pensata, cioè della propria filosofia... forse basta sognarlo e saper descrivere questo sogno; e forse chi ascolterà questa descrizione, questo racconto, saprà intendere cosa avevo in mente.

Recentemente ho trovato, nel libro che si vede disteso accanto alla lampada, quello che sto leggendo, un passaggio che mi ha incoraggiato:

"E dunque pur senza possedere alcuna padronanza sull'intero scibile – come dice Holmes in questo brano tratto da I cinque semi d'arancia, cosa impossibile per chiunque – ciò che farò ora per voi è di riassumere in poche parole la struttura del cervello umano. Proprio perché, come diceva Holmes, per risolvere i problemi, o per capire una situazione, è essenziale entrare in possesso di tutte le informazioni necessarie."

L'ultimo corsivo è mio, e riguarda il motivo per cui questo passaggio mi ha incoraggiato.

Per risolvere un problema (nel mio caso: un'idea di sistema che sembrerebbe presupporre una conoscenza sterminata, quindi impossibile per chiunque), occorre entrare in possesso di tutte le informazioni strettamente necessarie a risolvere quel problema. Ho capito insomma che forse mi sarebbe sufficiente conoscere un limitato numero di informazioni, di punti di vista, di visioni delle cose, se riesco a mettere a fuoco i nodi essenziali da sciogliere, che non sono sicuramente infiniti. Se mi concentro solo su quei nodi essenziali che mi girano in testa da anni, che fra l'altro sono tutti collegati fra di loro, se riesco a definire e restringere quei problemi alla loro natura più elementare, forse allora poi per scioglierli mi basta raccogliere un numero accessibile di fatti, di teorie, di pensieri, di conoscenze scientifiche, di esperienze artistiche...

Vedremo. Chi vivrà vedrà.

Mi scuso per la qualità bassa della risoluzione, soprattuto nel primo video che è il più lungo: ho dovuto abbassarla altrimenti il file sarebbe stato troppo pesante per gli standard di Google Blogger.

Il libro che risulta sicuramente illeggibile (perché la costola è ricoperta di scotch), che si trova tra Interpretazione del Tractatus di Wittgenstein e La notte dei lampi è Elementi di una dottrina dell'esperienza, di Giovanni Piana: un testo che ho letto e riletto talmente tante volte che l'ho quasi distrutto fisicamente (anche perché ogni volta le sottolineature aumentavano, per quanto a matita...!)

Ah!, ultima cosa: ci sono poi i tanti libri che ho anche comprato e in parte letto in versione digitale... racchiusi nel mio iPad... magari un'altra volta mostro a chi legge anche quelli.












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