18 settembre 2009

Importanza dell'interpretazione: la sonata K 27 di Scarlatti (aggiornamento 26/10/ 2023)


Ho raccolto undici versioni della stessa sonata.
Domanda difficile: la vera sonata, quella che aveva in mente Scarlatti quando l'ha scritta, esiste? Potremo mai ascoltarla?
Le ho ordinate per durata, dalla più breve alla più lunga.
La prima, la più corta, è talmente veloce che finisce per essere confusa e non intellegibile (anche perché il pianista vuole strafare con la velocità e ci infila qualche sbavatura): decisamente non ci siamo! (Anzi, se non conoscete già la sonata in questione vi consiglio di ascoltare prima la versione successiva, quella di Michelangeli, per non rovinarvi l'impressione originaria, che è sempre importante...)
 Jack Gibbons minuti: 2.00
La seconda è una versione celeberrima, di Benedetti Michelangeli (minuti: 2.47):
Per me è la versione "originaria", la prima che ho ascoltato e che mi ha dato l'imprinting. Per molto tempo, per me, esisteva solo quella versione, nel senso che non ne conoscevo altre. E' sempre molto veloce, come vedete è al secondo posto in ordine di durata, ma qui siamo su un livello eccelso per uniformità di timbro e chiarezza.
La versione successiva ( Annarita Santagada: 3.03) ha qualcosa di buono, ma giudicate voi stessi: http://www.youtube.com/watch?v=IBDhSszbqig
Debargue (3.06) fa dei rallentati espressivi che mi piacciono, però a tratti corre un po' troppo, secondo me.
Versione live del grande clavicembalista Scott Ross (3.22): a parte la differenza data dal clavicembalo rispetto al pianoforte, il tempo è qui più lento e quindi tutto è più "meditato", pur mantenendo una buona scorrevolezza. Questa interpretazione marca una differenza sostanziale rispetto a quella di Michelangeli... sembrano quasi due sonate diverse, sono come due "cose" diverse.
(Una versione non live sempre di  Scott Ross dura 4.22: più pulita e di qualità migliore come registrazione, e ancora più "meditata"...)
Segue una versione estremamente interessante, di un giovanissimo pianista, Edoardo Ciccimarra: 3.33. Cosa strana: complessivamente dura qualche secondo di più della versione live di Scott Ross, ma ascoltandola sembra un'esecuzione più veloce. Com'è possibile? Il trucco sta nel fatto che Ciccimarra usa velocità diverse all'interno della stessa esecuzione, usando la velocità (i rallentandi immprovvisi o le impennate) come strumento espressivo. E' una versione molto densa emotivamente e l'espressività non mi pare tradisca la chiarezza, anzi sottolinea meglio la struttura del pezzo. Notevolissimo!!! 
http://www.youtube.com/watch?v=VA0-XpjoUus [purtroppo in seguito il video è stato rimosso e non è più rintracciabile... Perché?? (chiedo a Edoardo)]
Segue una versione per pianoforte piuttosto lenta, meditata, ma con un bel tocco vellutato... le note si sgranano fluidamente e con grande limpidezza: Mark Swartzentruber ( 3.47)
Per curiosità inserisco anche una versione per chitarra, interessante ma imprecisa e "ridotta", di Jennifer Kim. (la durata complessiva non è confrontabile perché l'esecuzione non è completa).
Versione di Murray Perahia (3.51): usa troppo pedale, secondo me, ma la tenuta espressiva c'è.
La versione di Benjamin Åberg (4.16) è un po' sulla scia di Ross, comunque dignitosissima e con abbellimenti (stessa versione, animata da Smalin, per chi ama "vedere"...)
Andrei Andreev (4.46): anche lui fa delle variazioni di velocità con intenti espressivi, a volte rallenta esageratamente, ma è una versione appassionata.
Infine una versione lentissima, esageratamente lenta, dove secondo me con l'intento di dare una versione analitica e intensa si finisce per "sfasciare" l'efficacia emozionale del pezzo (un po' lo stesso difetto, ma per motivi opposti, della prima versione velocissima...): è la versione di Gilels : 4.55 minuti

Chi preferire fra tutti? Confesso che l'interpretazione di Ciccimarra mi ha conquistato... ma sono ben consapevole che non è un'interpretazione che tende all'oggettività (le variazioni di velocità non sono scritte nella partitura...), del resto forse il bello è proprio qui, forse la verità dell'interpretazione sta proprio nel modo di "tradire" il testo per arrivare a ciò che sta "dietro": la struttura, le emozioni, le immagini. Si ripropongono allora le questioni che ho sollevato all'inizio...

P.S. la sonata si trova anche nella colonna sonora (ritorna più volte nel corso del film) di Racconto di Natale del regista Arnaud Desplechin (Un conte de Noël. durata 150 min. – Francia 2008), dove compare in due diverse interpretazioni: una di Marcela Roggeri e una di Scott Ross.

6 commenti:

Unknown ha detto...

Salve sono edoardo ciccimarra ,il pianista del video in questione...La ringrazio per i bellissimi complimenti,nonostante sia alquanto imbarazzato, per essere stato confrontato(e addirittura preferito!!) a mostri sacri del calibro di Michelangeli,Gilels,Jibbons e Ross...La ringrazio ancora e spero continuino i suoi interessantissimi confronti interpretativi!!

Giulio Napoleoni ha detto...

Salve! Sono contento che sia "arrivato" al mio blog (volevo avvisarla del post tramite Youtube ma mi sono lasciato scoraggiare dalla procedura di iscrizione ecc)e la ringrazio a mia volta per il commento. Le mie competenze musicali sono un diploma in clarinetto conquistato in gioventù e tanta passione per l'ascolto, soprattutto di musica barocca. Le consiglio, se non lo conosce già, un testo fondamentale: "Filosofia della musica" di Giovanni Piana (lo può trovare on line nel sito degli scritti di Piana, il cui link è qui nel mio blog). Le auguro di poter incidere e pubblicare le sue interpretazioni future!

Unknown ha detto...

Grazie ancora, seguiro' sicuramenete il suo consiglio...Ho 21 anni,sono diplomato in pianoforte,continuo a perfezionarmi con il mio maestro e mi sto specializzando in didattica(2 livello).Per adesso sono impelagato nella preparazione degli esami del biennio di didattica,ma appena sarò libero,continuerò a pubblicare i miei video su youtube....Spero possa passare ogni tanto dal mio canale!!Grazie per gli auguri!!E le rifaccio i complimenti per il suo bel blog!..A presto.

Anonimo ha detto...

leggere l'intero blog, pretty good

paolo bottarelli ha detto...

Io penso che l'interpretazione di Mordecai shehori sia la più alta comprensione geniale mai stata realizzata per la k.27.
Paolo Bottarelli
grazie.

Anonimo ha detto...

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