Domenica 29 dicembre 2024 Ezio Mauro su Repubblica ha lanciato una discussione intitolando l'editoriale “La tecnodestra che avanza nel campo della politica”. Sostiene che stiamo assistendo all'avvento di un nuovo fenomeno culturale e politico, nominato come nel titolo dallo stesso Elon Musk su X il 27 dicembre «benedicendo un post che l'annunciava e la battezzava: “Questo riassume più o meno il tutto, e mi ha aperto gli occhi”» (Musk citato da Mauro). Cito un'altra frase dall'articolo: «Come se Trump avesse dischiuso il vaso mitologico del superpoteri senza più limiti e confini, i capitani dei nuovi giganti tech corrono al suo fianco, uno dopo l'altro». La novità è che mentre prima i poteri economici suggerivano e influenzavano la politica riconoscendone però il primato, adesso gli straricchi diventano loro stessi politica. Si potrebbe obiettare qui a Mauro che la novità non è proprio tale, se pensiamo a Berlusconi e a Trump stesso nella prima vittoria elettorale. Ma la differenza sta adesso nel potere tecnologico che diventa potere politico. Ma il discorso di Ezio Mauro è di più ampio respiro, dove lancia un allarme: la destra estrema sta giocando una partita con il sistema democratico stesso (con la sua «coscienza del limite») per instaurare «il “potere verticale” delle “democrazie autoritarie”», facendo leva sul bisogno, ormai connaturato al nuovo stile di vita indotto dalla rete e dalla globalizzazione, di assenza di intermediazioni, di velocità nel prendere decisioni e metterle in pratica (mentre le procedure democratiche rallentano e appesantiscono...). «La tech right darà dunque una sorta di timbro scientifico alla mutazione in senso autoritario della democrazia, presentandola come un'evoluzione nel moderno e uno svecchiamento funzionale del sistema.» Mauro chiude infine dicendo che se tutto ciò si verificherà effettivamente ci sarà una svolta inedita nella storia, ovvero la separazione tra capitalismo e liberal-democrazia, il cui sposalizio è stato il cuore, sostiene, della civiltà occidentale. E pone una domanda conclusiva: «ma noi, che cosa stavamo facendo?».
La discussione viene poi ripresa con un'intervista a Michael Walzer, noto filosofo e politologo americano, nella Repubblica di lunedì 30 dicembre, dal titolo “Walzer ‘Un pericolo le spinte autoritarie di questa tecnodestra’” e con un'intervista a Bill Emmott, ex direttore dell'Economist, “Fermare la tecnodestra” su Repubblica di oggi, 31 dicembre. Sempre su Repubblica di oggi un articolo di Lucio Caracciolo, “L'America al bivio della storia” dà un breve assaggio del lungo editoriale che apre il nuovo numero di Limes.
Di tutto ciò vorrei render conto nei prossimi post, ma non solo. Vorrei anche prendere spunto da una frase di Walzer, che risponde alla domanda “E noi, possiamo fare qualcosa?” dicendo: «Non rassegnarci. Studiare, capire, sviluppare una nuova filosofia ideologica adatta alle sfide del mondo contemporaneo.» Leggendo questa frase mi è venuto in mente un libro che sto leggendo in versione digitale (sono al 71%): Il capitale nell'Antropocene, del filosofo giapponese Saitō Kōhei (il giovane signore che vedete nella foto qui sopra). Anche di questo vorrei “rendere conto” in futuri post.
Ci sono infine altri due percorsi collegati, nella mia mente: uno è quello di riprendere e revisionare criticamente il pensiero di Harari (cosa che ho iniziato a fare, per esempio nel post Il paradosso di Harari), l'altro è quello di provare a ridurre a una sintesi breve e comprensibile il mostruosamente difficile, ma affascinante, libro di Žižek Il sesso e l'assoluto, nel quale propone una "cornice sistematica" al suo pensiero.
Harari, Kōhei, Žižek: tre filosofi che possono ispirare la sinistra per elaborare un pensiero nuovo, che comprenda più profondamente la situazione attuale e i pericoli che stiamo correndo.
(dietro poi ci sono quelli meno famosi che io amo e seguo da tempo: Varzi, D'Agostini, Berto, Di Francesco, De Monticelli, Borghini... alcuni di questi verranno sicuramente fuori se riuscirò a svolgere quei percorsi che ho qui preannunciato)
Nessun commento:
Posta un commento