10 dicembre 2023

Inutile tentare definizioni unilaterali sulla NATURA UMANA





L'argomento di Giovanni Piana per sostenere l'inconsistenza filosofica dell'opposizione tra pessimismo e ottimismo è trasferibile anche alla "disputa" ideale tra Hobbes e Locke sulla "natura umana" (l'UOMO è SOCIALE per natura o è EGOISTA per natura?).

Abbiamo ragionevoli motivi, basati sull'esperienza, per sostenere SIA una tesi SIA l'altra. Quindi significa che la realtà in questo caso non è definibile unilateralmente: l'uomo è sia tendente alla socialità sia tendente all'egoismo. 

Dedurre l'una tesi, o l'altra, da princìpi, senza tenere conto dell'esperienza, è evidentemente, a questo punto, una mossa dogmatica, che risulta intrinsecamente debole.

Ma tutto ciò non vanifica allora anche le riflessioni generali che tendono a dare una definizione univoca della "natura umana"?

Ciò significa che l'uomo è intrinsecamente polivalente? Avrebbe avuto ragione Pico della Mirandola?

Forse qui si nasconde il segreto della natura umana, che sarebbe però sbagliato ridurre a una definizione unilaterale, per esempio dicendo che l'uomo è radicalmente libero (o è condannato a essere libero, come diceva Sarte), perché allora subito si può contrapporre a questo l'esperienza degli infiniti condizionamenti a cui è sottoposto l'essere umano... e si entra nel labirinto della questione libero arbitrio/determinismo-

Se, rispetto a certe proprietà concettualmente antitetiche, l'esperienza mostra la loro compresenza, diventa filosoficamente inutile accanirsi con argomenti a sostegno di opposte tesi unilaterali.




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