2.
La prima volta in cui i quattro si conobbero fu in occasione della riunione preliminare alle sedute del corso di tecnica delle astronavi spaziotemporali. A questa riunione erano presenti un delegato dell’Agenzia Spaziale e la ministra della Ricerca sul Multiverso Horichi, che rappresentava in quella sede la presidenza del Governo Terrestre.
La riunione si tenne in una sala privata del palazzo del Congresso, sede del Potere Legislativo Terrestre, a Gerusalemme. Era il 27 maggio 3793.
Vennero informati che lo scopo primario del viaggio, la cui durata non era prestabilita, era quello di capire se il Multiverso avesse un senso complessivo oppure no.
– È strano – osservò Shan – che il Governo si occupi di una questione simile: è un po’ come se il Governo volesse appurare se Dio esista o no… Non è una questione da lasciare alla fede individuale? Ancora si discute se il nostro universo abbia un senso o no… Come possiamo sperare di capire se ce l’abbia o no il Multiverso?
– Inoltre – obiettò Fulvia – non è affatto chiaro in cosa consista propriamente la domanda sull’esistenza o meno del senso, se riferita al Multiverso. Cosa intendiamo esattamente con “senso”? Intendiamo ordine? Struttura? Forma? Scopo? Valore intrinseco?
La ministra Horichi, che aveva un’aria molto pragmatica, disse:
– Girerei l’ultima domanda al professor Gopal A., mentre riguardo alla perplessità avanzata da lei – proseguì rivolgendosi a Shan – posso dire che il Governo non ritiene affatto che si tratti di una questione privata. Come sapete, infatti, gli areligiosi, e in particolare i negatori del senso, attualmente sono il 25% della popolazione terrestre ma sono in tendenziale crescita, e soprattutto stanno assumendo atteggiamenti lesivi verso l’equilibrio mondiale, in quanto si ritengono superiori agli agnostici, tendono a ridicolizzare i religiosi e vorrebbero influenzare decisamente il Governo, pur essendo in realtà una minoranza: la questione, da quando si è appurata l’esistenza del Multiverso, con tutto lo sconquasso culturale che ha già provocato, va assolutamente affrontata e risolta, possibilmente in tempi brevi. Se l’esito delle vostre esplorazioni dovesse dare rinforzo ai religiosi ciò sarebbe più facilmente causa di maggiore equilibrio nella comunità terrestre, ma anche in caso contrario, seppure in modo più complesso, dovremmo arrivare a una maggiore stabilità, perché la percentuale dei religiosi tenderebbe a scendere sempre più.
Gopal, chiamato in causa, si rivolse verso Fulvia:
– Il senso in cui intendiamo “senso” in questo contesto specifico, credo, è semplicemente capire se il Multiverso sia un’accozzaglia assurda di “regioni” spaziotemporali non solo isolate reciprocamente ma anche completamente slegate come contenuto una rispetto all’altra… in altri termini una totale bizzarria della natura, una “follia”, un’immane caos di mondi completamente eterogenei, oppure se vi siano delle costanti, delle somiglianze, perlomeno delle analogie, fra un universo e un altro… e una volta appurato questo, capire se vi siano in qualche modo delle relazioni fra gli innumerevoli universi.
– Mi permetto ancora di osservare che se gli universi sono innumerevoli, in altri termini infiniti, per sapere veramente se esiste una struttura del Multiverso dovremmo visitarli tutti, quindi ci vorrebbe un tempo infinito. – disse Fulvia.
– In realtà quello che l’esperimento del gennaio 3721 ha dimostrato – disse Gopal – è che gli universi sono innumerevoli: cioè che non siamo in grado, per ora, di contarli né di stabilire quanti sono: non ha dimostrato che sono infiniti. In realtà la questione se il Multiverso sia infinito o finito è ancora aperta.
– Non porrei troppe questioni preliminari, – intervenne Klaus – piuttosto vorrei sapere se siamo in grado di programmare un percorso di esplorazione o no. Possiamo ipotizzare un itinerario di viaggio?
A questo punto intervenne il delegato dell’Agenzia Spaziale:
– No, signori, nessun itinerario di viaggio è programmabile, per una questione strettamente tecnica. L’astronave per i viaggi ultraliminali “salta” da un universo all’altro senza possibilità di prevedere verso quale. L’unica cosa possibile da programmare e decidere è il ritorno verso l’universo conosciuto, verso il nostro universo.
La riunione preliminare venne chiusa poco dopo. Gli accordi presi alla fine riguardavano un primo limite temporale di durata del viaggio – tre anni terrestri – al termine del quale il gruppo dei quattro astronauti avrebbe dovuto scrivere una relazione con i risultati di quanto emerso fino a quel punto.
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