L’intento di questo scritto è di condensare il contributo teoretico di Hannah Arendt riguardo al problema della libertà del volere, limitando il campo di indagine al testo La vita della mente (edizione originale, con il titolo The Life of the Mind, New York-London, Harcourt Brace Jonovich, 1978; edizione italiana, a cura di Alessandro Dal Lago, traduzione di Giorgio Zanetti, Bologna, Il Mulino, 1987). Pur rinunciando all’analisi di come tale problematica sia collegata con i temi più generali del pensiero arendtiano, riprenderò ed evidenzierò – inizialmente – anche delle proposizioni arendtiane che possono essere lette come indicazioni metodologiche. Questo perché, dal mio punto di vista, queste proposizioni – pur non trattando direttamente del problema del libero arbitrio – sono preziose per riflettere sul senso di tale problema.
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