Il testo a cui faccio riferimento, e che vi propongo di leggere cliccando sul link in fondo a questo post, è una importante intervista che Franca D'Agostini ha fatto a Graham Priest nel 2011, pubblicata sul Manifesto, e ora reperibile nel web.
Priest è il principale esponente del dialeteismo, un orientamento in logica che tende ad ampliare l'impostazione classica ammettendo che vi siano casi di contraddizioni vere, nei quali è vera una proposizione ma è insieme vera la sua negazione. Che vi siano, in casi particolari, contraddizioni reali non deve, secondo questa prospettiva, farci rinunciare a ragionare.
Questa teoria può essere utile, in politica, innanzitutto per una rilettura dei testi di Marx al fine di mettere a fuoco quali contraddizioni da lui evidenziate nella struttura economica o nella società siano reali contraddizioni o non piuttosto conflitti e anche, forse, per analizzare la politica attuale e le attuali strutture economiche e sociali al fine di far emergere contraddizioni reali per affrontarle poi in modo razionale.
Un altro nesso fra dialeteismo e politica, che emerge in questa intervista, è il fatto che tale teoria aiuta a pensare la struttura degli oggetti inesistenti, e tali oggetti non sono solo gli oggetti delle finzioni narrative, ma anche, in fondo, le visioni del mondo proposte dalle ideologie o dalle utopie.
Tra ideologie e finzioni. La logica di ciò che non esiste, di Franca D'Agostini
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